La maggioranza è stata battuta in commissione Affari costituzionali; è stato, infatti, approvato per un voto l’ordine del giorno di Roberto Calderoli che prevede un Senato elettivo. Il testo è passato, per l’appunto, con 15 voti a favore e 14 contro.
Il sì all’ordine del giorno ha reso impossibile votare quello della maggioranza a firma Anna Finocchiaro, poiché quest’ultimo non prevede un Senato elettivo, con conseguente sospensione dei lavori. L’ordine del giorno di Calderoli differisce, per l’appunto, da quello della Finocchiaro su sulle modalità di elezione del futuro Senato.
Il testo presentato da Calderoli prevede che il numero dei senatori scenda a 151 (andrebbero a formare il nuovo Senato delle autonomie) e quello dei deputati a 400. Il rapporto di fiducia con il governo resterebbe alla Camera dei deputati, con funzione di indirizzo politico, legislativo e di controllo dell’operato del governo. Il Senato andrebbe a rappresentare/costituire “la Camera che rappresenta le Regioni e le autonomie”, partecipando all’attività legislativa solo su alcuni temi e mantenendo alcune funzioni di garanzia. Dovrebbe essere composto “dai presidenti delle giunte regionali, dai presidenti delle Province autonome di Trento e di Bolzano, dai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione e di provincia autonoma, nonché da senatori regionali eletti in ciascuna regione”. Nessuna Regione potrebbe avere un numero di senatori regionali inferiori a 2, eccezion fatta per il Molise e la Valle d’Aosta. In ciascuna Regione o Provincia autonoma i senatori dovrebbero essere eletti contestualmente all’elezione del rispettivo Consiglio regionale o di Provincia autonoma. La ripartizione dei seggi dei senatori elettivi regionali fra le Regioni dovrebbe effettuarsi “in proporzione alla popolazione delle Regioni”; dato da rilevarsi in base all’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
L’approvazione dell’ordine del giorno Calderoli non ha comunque conseguenze dirette sul disegno di legge del Governo sulla riforma del Senato, poiché se l’attuale Governo riuscirà a raggiungere un accordo su questo punto, non vi sarà spazio per il testo oggi “vincitore”.
Rimane, comunque, la soddisfazione “personale” (e non solo) di Calderoli, anche alla luce delle pregresse affermazione del ministro delle Riforme Boschi che aveva per l’appunto affermato che l’esecutivo non avrebbe ceduto “ai ricatti di Calderoli”.
Angela Scalisi







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