Torneremo a nuotare per i mari , i fiumi e i laghi con costumi interi solo per il piacere di proseguire spediti tra i flutti? Non lo sappiamo, ma spingiamo la tecnologia a seguire dei sogni. La pelle di squalo ad alcuni potrebbe ricordare un incubo o il film di Steven Spielberg, ad altri una bella borsa. Il segreto della sua struttura, che permetterebbe di nuotare come dei pesci, è stato scoperto e riprodotto in laboratorio utilizzando una stampante 3D. Attraverso i microscopi della Harvard University questa pelle mostra una strana distesa di squame appuntite; quella artificiale non è da meno e dagli esperimenti già condotti si è rilevato che permette di aumentare la velocità del nuoto del 6,6% con un risparmio di energia del 5,9%.
Squame affilate come denti in costumi o mute ancora non sono vendute nei negozi di articoli sportivi. L’impresa non sarà facile visto il lungo lavoro effettuato dagli scienziati per poter riprodurre soltanto un pezzettino di pelle di squalo. La prima scansione al microscopio è stata fatta su un campione reale di squalo mako, non pescato ma semplicemente recuperato in un mercato del pesce, mentre il lavoro al computer ha occupato centinaia e centinaia di ore affinché si potesse replicare con minuziosa precisione la struttura peculiare delle squame. Prove e materiali si sono avvicendati per riuscire a raggiungere un prezioso traguardo sfruttando le nuove capacità delle stampanti 3D. George Lauder, capo e coordinatore del progetto pubblicato sul Journal of Experimental Biology, si è detto particolarmente contento per il risultato ottenuto in laboratorio, una sfida che spinge l’uomo a lavorare al meglio.
Paolo Licciardello








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