Ocupa Copa: il Brasile protesta contro la Coppa del Mondo


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Manca meno di un mese all’inizio dei Mondiali di calcio, ma in Brasile non si respira certo aria di festa. Il 15 maggio, infatti, migliaia di persone sono scese in piazza in almeno 12 città del Paese per protestare contro la Coppa del Mondo.

A Rio de Janerio,São Paulo, Belo Horizonte e in altre città le proteste sono state indirizzate contro le spese affrontate dal governo per i Mondiali di calcio. Le autorità sono accusate di aver speso miliardi di dollari per costruire stadi e strutture sportive, invece di impiegare quella stessa cifra per progetti abitativi o sociali di gran lunga più importanti e necessari per la popolazione locale. Secondo gli organizzatori delle proteste, i soldi spesi per ristrutturare il celebre Maracanã sarebbero stati sufficienti a costruire duecento scuole.

I cortei hanno paralizzato il traffico e i manifestanti hanno incendiato pneumatici e lanciato pietre contro le forze dell’ordine. La polizia ha disperso i dimostranti utilizzando gas lacrimogeni, e più di duecento persone sono state arrestate.

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I manifestanti promettono che le rimostranze non cesseranno nemmeno all’inizio dei Mondiali. “Na Copa vai ter luta” (“Durante la Coppa ci sarà lotta”), lo slogan intonato durante le proteste, non preannuncia infatti niente di buono.

Già la scorsa settimana erano scesi in piazza anche dipendenti dei musei, autisti di autobus, geologi e altri lavoratori che, decisi a sfruttare la visibilità garantita dalla presenza dei mezzi d’informazione internazionali, alzano la voce per farsi sentire dal governo e richiedere migliori condizioni lavorative.

I responsabili del movimento, soprannominato “Ocupa Copa” (“Occupy Coppa”, sulla scia degli altri movimenti di protesta internazionali come “Occupy Wall Street”) si sono detti sbalorditi per la massiccia adesione ai cortei: “Non avremmo mai immaginato che così tanta gente in Brasile avrebbe protestato con l’avvicinarsi dei Mondiali. Quando i campionati erano in altri Paesi, i brasiliani di solito coloravano le strade di giallo e verde, i colori della bandiera del Brasile. Ora no. Ora vogliamo colorare le strade in maniera critica”.

 

Aurora Circià

 

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