Si della camera: il decreto lavoro è legge.


Camera dei Deputati. Voto sul Decreto Lavoro

 

La Camera dice si al Decreto Lavoro: con 279 si e 143 no ecco che diventa definitiva la conversione in legge.

Come sempre i tempi sono stati stretti: il testo doveva essere licenziato entro il 19 maggio, pena la decadenza.

Il nuovo testo, che si applicherà ai rapporti di lavoro costituiti successivamente alla data di entrata in vigore del nuovo decreto, apporta profonde modifiche all’attuale normativa sull’apprendistato e sui contratti a termine.

D’ora in poi, infatti, sarà possibile stipulare contratti fino a 36 mesi, termine comprensivo di eventuali proroghe (massimo cinque nell’arco dei complessivi trentasei mesi, indipendentemente dal numero dei rinnovi), senza causale, vale a dire senza una ragione specifica, e ciò potrà avvenire sia attraverso l’utilizzo della forma del contratto a tempo determinato, sia nell’ambito di un contratto di somministrazione a tempo determinato.

Fissato anche un tetto di precari pari al 20 % dell’organico stabile: in caso di violazione, il datore di lavoro si troverà a dover pagare una multa.

Novità anche nel settore dell’apprendistato: ferma restando la possibilità per i contratti collettivi nazionali di lavoro di individuare limiti diversi, esclusivamente per i datori di lavoro che occupano almeno trenta dipendenti, l’assunzione di nuovi apprendisti sarà subordinata alla prosecuzione, a tempo indeterminato, del rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato, nei trentasei mesi precedenti la nuova assunzione, di almeno il 20 % degli apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro.

Viene prevista esplicitamente l’adozione in via sperimentale del contratto a protezione crescente nella futura delega legislativa che dovrà disciplinare, in un testo unico semplificato, i rapporti di lavoro.

Soddisfatto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il quale dichiara senza mezze misure che “il testo che esce dall’esame parlamentare conferma, sostanzialmente, i contenuti fondamentali e l’obiettivo del decreto: dare una risposta urgente alla necessità di rilanciare l’occupazione, semplificando il ricorso all’apprendistato e al contratto a tempo determinato, per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e una permanenza più lunga dei lavoratori in azienda, premessa decisiva per la successiva stabilizzazione del rapporto di lavoro”.

Gli interventi che abbiamo fatto su contratto a termine e apprendistato vanno nella direzione di avere norme chiare – ha detto Poletti – Il dl lavoro è molto più semplice e applicabile e ciò sembra fuori discussione”. Semplificazione, ecco per Poletti la parola chiave, perché se è vero, come dichiara lo stesso “che le regole non creano lavoro è anche vero che troppe regole, come ora, generano un sistema confuso e e incoerente”. “L’impegno del governo perciò – conclude – sarà quello di ottenere un codice semplificato del lavoro che taglierà una larghissima messe di norme incompatibili tra loro”.

Angela Scalisi

 

 

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