Lo Sblocca Italia – Sblocca Burocrazia


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Dopo la pausa estiva, torna come un fiume in piena l’attività del governo con lo Sblocca-Italia, la riforma della giustizia e quella della scuola. 

In particolare per quanto riguarda il primo provvedimento, ossia lo “sblocca-Italia” o più che altro lo “sblocca burocrazia”, come è stato definito dam molti, le speranze non sono state ben ripagate, sempre a causa della difficoltà di rinvenire fondi effettivi.

Per le infrastrutture il governo Renzi è riuscito, infatti, a trovare solo 3,8 miliardi, fondi molto minori rispetto ai 43 prospettati. I 3,8 miliardi saranno destinati per 600 milioni allo sblocco delle piccole opere segnalate dai sindaci e per 3,2 miliardi alle “grandi opere cantierabili da subito”, tra cui l’Alta velocità – Alta capacità Napoli Bari per cui, queste le parole di Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, “sono stati già stanziati 4,4 miliardi” su 6,7 di valore totale,e la ferrovia Palermo-Messina. I cantieri di entrambe le opere, ed è questa la “grande novità”, dovranno però partire entro l’1 novembre 2015 “pena la perdita del finanziamento”. Tra le opere che potranno usufruire di queste risorse anche la “linea C della metro a Roma, il completamento del passante ferroviario di Torino, la metrotranvia di Firenze e la metro di Napoli”. È anche previsto lo sblocco degli investimenti già stanziati per gli aeroporti di interesse nazionale, cioè Malpensa, Fiumicino, Firenze, Genova e Salerno, ”che per ‘enne’ problemi vedono l’impossibilità di partire nella realizzazione”. L’intervento, sempre secondo Lupi, vale “circa 4 miliardi”, anche se Renzi aveva parlato di 4,6. 

Altre novità: chi vorrà fare lavori di ristrutturazione in casa non dovrà richiedere l’autorizzazione edilizia: sarà sufficiente una semplice “comunicazione edilizia all’amministrazione” e “immediatamente il cittadino ha il diritto di fare tutti i lavori che vuole in casa propria”.

Allargata poi la possibilità, con l’abbassamento del tetto da 200 a 50 milioni, di accedere a defiscalizzazioni Irap e Ires per gli investimenti in infrastrutture previsti da contratti di partenariato pubblico privato e project financing: le opere pagate da privati che in cambio ottengono la gestione del progetto, con relativi incassi, per un certo numero di anni. 

Banda ultralarga  per gli operatori che decidono di investire nelle cosiddette “aree a fallimento di mercato”, dove non è redditizio portare la banda a 100Megabit, “è previsto un credito d’imposta a valere sui tributi Ires e Irap per il 30% del costo dell’investimento”.

E’ previsto inoltre “l’aumento degli investimenti privati in infrastrutture autostradali” con “revisione e quindi eventuale allungamento delle concessioni, proposta già notificata dal ministro Lupi alla Commissione europea, con la contestuale moderazione degli incrementi tariffari dei pedaggi autostradali”.

Per “valorizzare i non trascurabili giacimenti di idrocarburi presenti sul territorio nazionale” vengono poi “sbloccati cospicui investimenti (ipotizzabili in 15 miliardi di euro)”. A questo fine “si è proceduto a riconoscere il carattere strategico delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, delineando quindi procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità”. In particolare, “si è prevista l’introduzione di un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, rilasciato a seguito di una approfondita valutazione del richiedente”.

Renzi ha anche annunciato “modifiche alle norme della Cassa depositi e prestiti che a questo punto è dotata di regole come quelle degli altri Paesi europei”. In particolare è previsto un ampliamento del perimetro di operatività della Cassa, sia della gestione separata (finanziata con il risparmio postale e titoli assistiti da garanzia statale) sia della gestione ordinaria (finanziata con risorse trovate sul mercato). Per quanto riguarda la Cassa previdenza “la norma consente a Cdp di intervenire anche a supporto delle politiche pubbliche nazionali per progetti di investimento che contribuiscano, a titolo esemplificativo, allo sviluppo di tecnologie innovative e alla ricerca applicata in campo industriale, nel settore energetico e in quello ambientale”. 

Per quanto riguarda, invece, la gestione separata, si punta a “consentire l’utilizzo delle risorse di tale gestione per operazioni con finalità di interesse economico generale (nell’ambito, tra l’altro, dei settori ricerca sviluppo innovazione, educazione, protezione civile; immobiliare, energia, ambiente)”. 

 In  arrivo anche nuove misure per la finanza per la crescita per facilitare l’emissione dei project bond, titoli obbligazionari adatti a coinvolgere capitali privati nel finanziamento di opere infrastrutturali. Viene per esempio esteso nel tempo il regime fiscale di favore concesso a questi strumenti: l’aliquota al 12,5%, uguale a quella sui titoli del debito pubblico, sarà valida anche oltre il limite temporale del giugno 2015 fissato dal decreto Sviluppo del 2012. 

Infine in regalo anche un pacchetto per il sostegno al made in Italy con particolare attenzione all’agroalimentare, al marchio unico e al contrasto all’Italian sounding, con cui si punta, queste le parole del ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, a “un aumento di un punto del pil nel triennio 2015-2017″. Il piano prevede, continua la Guidi, un pacchetto di “iniziative legate al supporto per l’internazionalizzazione”. “Il nostro obiettivo – conclude-  è di avere altre 20mila imprese esportatrici” rispetto al bacino attuale di 70.000 aziende che vendono oltre i confini nazionali, il che dovrebbe fruttare “50 miliardi di export in più nei tre anni”.

Angela Scalisi

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