Dal CDM arriva una vera e propria “rivoluzione” al settore giustizia, che passa dal dimezzamento dell’arretrato della giustizia civile, dalle nuove norme sul falso in bilancio e sulla prescrizione, alle norme sulle responsabilità civile dei magistrati, fino alla delega sulle intercettazioni.
Matteo Renzi presenta così, in sintesi, il pacchetto giustizia varato: si parte dal decreto legge “per il dimezzamento dell’arretrato del processo civile” entro i mille giorni”, si passa quindi a “falso in bilancio, prescrizione, delega al Parlamento per le intercettazioni” e alla fine, dopo una lunga trattativa arriva anche la nuova responsabilità civile dei magistrati: “Chi sbaglia paga”.
FALSO IN BILANCIO: vengono inasprite le pene (da tre a otto per le società quotate in borsa) con procedibilità a querela per le piccole società che non possono accedere al fallimento.
INTERCETTAZIONI: Orlando e Renzi assicurano che «nessuno vuole mettere bavagli», o «ridurre lo strumento investigativo», ma solo «studiare gli strumenti più idonei a evitare la diffusione di notizie che non hanno rilevanza penale, fermo restando il confronto con gli editori e i direttori dei giornali». Nella bozza di delega sulle intercettazioni si dà tempo un anno al governo per provvedere «attraverso prescrizioni che incidano anche sulla modalità di utilizzazione cautelare dei risultati delle captazioni e che diano un precisa scansione procedimentale all’udienza di selezione del materiale intercettativo».
Per quanto riguarda la giustizia civile, invece, Orlando ha spiegato che ”un primo intervento ridurrà il flusso in entrata, per non portare di fronte al giudice tutte le controversie. Abbiamo individuato una serie di disincentivi: una scelta diversa sulle compensazioni delle spese, un disincentivo per cause temerarie”. “Il secondo stadio – ha aggiunto – riguarda la selezione della domanda di giustizia, che sarà sempre significativa: le domande più urgenti vengono da imprese e famiglia. Per questo pensiamo un tribunale con competenze più ampie per le imprese e ad un tribunale che sia di riferimento unico per la famiglia”, ha aggiunto Orlando, specificando che “in questi anni ci sono stati troppi interventi spot che hanno prodotto più danni che benefici”. Di fronte a 5 milioni di procedimenti arretrati, il nuovo piano –da realizzare in 18 mesi attraverso un decreto legge e un disegno di legge delega – punta a definire entro l’anno fra il 20 e il 40% delle pendenze, cioè da 1 a 2 milioni di cause.
Per quanto riguarda gli interventi normativi sulla prescrizione, questa si interromperà al primo grado di giudizio, senza dimenticare però “la capacità di arrivare all’appello. Se dopo due anni non c’è la sentenza di appello la prescrizione ricomincia a correre”. Durante la conferenza stampa il Guardasigilli Andrea Orlando ha comunque precisato che la “nuova” prescrizione entrerà in vigore subito, anche per i processi in corso.
Per quanto riguarda gli altri provvedimenti, già annunciati a fino Giugno e non ancora varati, questi ultimi“non sono stati accantonati, ma sono solo in attesa di un’interlocuzione con il nuovo Consiglio” che si insedierà a settembre.
Si vuole in realtà intervenire più velocemente ed incisivamente sulla “ giustizia civile”, attraverso il rafforzamento dei nuovi riti che consentono di risolvere le controversie con negoziati assistiti dagli avvocati o con arbitrati, anziché di fronte a un giudice. Le altre parti della riforma, per quanto già annunciate, saranno attuate tramite ddl, come già avverrà per le intercettazioni.
Angela Scalisi







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