Quest’anno il Premio Nobel per la Pace è stato consegnato a due forti identità nazionali che appartengono però a due fronti opposti, l’India e il Pakistan.
Un chiaro e forte segnale mondiale nei confronti di chi agisce quotidianamente «apportando considerevoli benefici all’umanità».
I protagonisti insigniti di questa onorificenza mondiale sono Kailash Satyarthi e Malala Yousafzay.
Un doppio riconoscimento e la doppia, anzi universale, volontà di chetare le inimicizie fra i due stati: “Per lo sviluppo pacifico del mondo i più giovani devono essere rispettati. Gli abusi su di loro portano al perpetuarsi della violenza generazione dopo generazione”.
«Nonostante la sua giovane età – osserva il Comitato, parlando della ragazza pachistana, che a 17 anni è la più giovane Premio Nobel di sempre – Malala Yousafzay già da anni combatte per i diritti della bambine all’educazione e ha dimostrato con l’esempio che bambini e giovani possono anche loro contribuire a migliorare la situazione. E lo ha fatto nelle circostanze più pericolose: attraverso la sua battaglia eroica, è diventata una voce guida per i diritti dei bambini all’educazione». Il Nobel considera che sia «un punto importante per un hindu e una musulmana, un indiano e una pachistana, unirsi in una lotta comune per l’educazione e contro l’estremismo». [fonte adnkronos.com]
Un salto generazionale, vista anche la differenza di Satyarthi e Yousafzay, che disegna una linea cronologica fatta di grandi uomini che lottano per il cambiamento, quello concreto, nonostante l’età. Essere il cambiamento che vogliamo è sempre possibile e loro ne sono la dimostrazione palese.
I bambini sono la linfa vitale del mondo e grazie a loro la Pace non è solo una recondita utopia.
Alessia Aleo







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