Passa al Senato con 165 voti favorevoli, 111 no, 2 astenuti e 50 assenti il Jobs Act .
Il testo originario del disegno di legge era costituito da 6 articoli che prevedevano:
- Delega al Governo in materia di ammortizzatori sociali (art. 1);
- Delega al Governo in materia di servizi per il lavoro e politiche attive (art. 2);
- Delega al Governo in materia di semplificazione delle procedure e degli adempimenti (art. 3);
- Delega al Governo in materia di riordino delle forme contrattuali (art. 4);
- Delega al Governo in materia di maternità e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (art. 5);
- Disposizioni comuni per l’esercizio delle deleghe di cui agli articoli da 1 a 5.
Il testo approvato dal Senato, che dovrà ora passare al vaglio della Camera, prevede:
Nuovi ammortizzatori: Qualora sussista una situazione di disoccupazione involontaria, il governo dovrà per l’appunto assumere tutele uniformi e in linea con la storia contributiva dei lavoratori. Dovrebbero essere finanziati anche ammortizzatori sociali per la tutela della maternità delle lavoratrici autonome e per il sussidio di disoccupazione che verrebbe esteso a chi ha lavorato per almeno 3 mesi. Prevista l’introduzione a carattere universale dell’indennità di maternità, ossia anche a chi versa contributi a gestione separata e via libera al diritto alla prestazione anche in caso di mancato versamento dei contributi per opera del datore di lavoro;
Nuove semplificazioni: Si punta a dimezzare gli atti burocratici necessari ad avviare e gestire il rapporto di lavoro, con la conseguente promulgazione di norme ad hoc che riducano gli step tra amministrazione e datori di lavoro. Il decreto prevede anche il riordino e lo snellimento delle oltre 40 forme di contratto attuali ed una spinta ad assumere attraverso il nuovo modello del contratto a tutele crescenti;
Nuove forme contrattuali: come già preannunciato viene detto un si al contratto a tutele crescenti, che aumenteranno in relazione all’anzianità di servizio. In poche parole, per i neo-assunti con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, si dovrebbe avere l’eliminazione del reintegro per i licenziamenti economici, che sarebbe sostituito dal solo indennizzo. Il reintegro resterebbe invece per quanto riguarda i fatti disciplinari gravi (che però devono ancora essere ben identificati con un successivo decreto delegato), e per il licenziamento ingiustificato o discriminatorio. Accolto anche il compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro. Cambia il demansionamento, ma accordando una tutela alla professionalità: vengono incoraggiati il demansionamento del lavoratore (appunto attraverso il cambio di mansioni a parità di salario), i controlli a distanza, mantenuta la possibilità di sfruttare il lavoro accessorio (resta in essere il tetto di 5mila euro per i voucher). Purtroppo vengono abbassate le tutele contrattuali senza un equo contro bilanciamento: è vero che vengono garantite tutele più ampie nel mercato del lavoro ma non viene previsto nessun investimento in politiche fiscali e sociali di sostegno al reddito per i meno abbienti.
Angela Scalisi







Lascia un commento