Catania. Luigi Pulvirenti e Michele Spampinato nella presentazione del romanzo “Quando saremo tutti nella Nord”.


a cura di Giuliana Ventura

quando saremo tutti nella nord

 “Un racconto crudo, una storia autentica.”

Con queste parole si è aperta, sabato 11 ottobre presso il Palazzo Platamone a Catania, la presentazione del libro “Quando saremo tutti nella Nord” di Luigi Pulvirenti  e Michele Spampinato. Spinti entrambi dalla passione per la loro squadra, scrittore e capo ultras si uniscono in un connubio indissolubile per raccontare storia, verità e curiosità del mondo della tifoseria catanese.

Il romanzo narra del diciassettenne Michele, ultras per vocazione, che fa già parte del direttivo della “Falange d’assalto”, movimento a sostegno della squadra catanese. Siamo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000. La passione per la maglia rossoazzurra e le trasferte a cui ha partecipato con amici, lo portano ad avere una visione della tifoseria che ben presto si staccherà da quella di cui fa parte per dar vita al movimento dei Decisi. E così, mentre il Catania tenta la difficile risalita, Michele impone la propria mentalità diventando il catalizzatore del rinnovato entusiasmo della tifoseria rossoazzurra.

La storia dei Decisi è una straordinaria vicenda– afferma L. Pulvirenti – E’ la storia della volontà di non abbassare la testa davanti alla radiazione del 1993, dove alla tifoseria fu offerta un’alternativa.  Il racconto andava fatto come testimonianza della storia, in modo che non si perdesse nel tempo il ricordo. Il libro, non vuole essere un manuale del perfetto tifoso ma ha l’obiettivo di raccontare la dimensione dell’ ultras in tutte quelle che sono le sue componenti:  dal punto di vista attivo, organizzativo, umano e a volte anche violento.”

Ultras è uno stile di vita – afferma M. Spampinato – è l’amicizia, la famiglia, è il mio quartiere, sono colori, sono odori, sono modi di dire, insomma non si è Ultras solo al Massimino, ma è tutto ciò che racchiude la catanesità”.

 10584032_718975168186857_8661648664838513556_n

A seguito della presentazione, Acicastello Informa ha avuto il piacere di intervistare l’autore Luigi Pulvirenti, “classe 1977, giornalista, lavora a Roma e vive a Catania. Ha collaborato a lungo con radio, tv e periodici locali ed ha scritto per il Foglio”.

  • Nella letteratura, l’argomento improntato sulla curva e il tifo organizzato è quasi assente. Qual è stato l’approccio al tema e qual è l’importanza di questo volume, tanto diverso dai tuoi precedenti romanzi?

“In realtà, l’argomento è assente in Italia; infatti basta guardare l’Europa per rendersi conto che  esiste una pubblicistica sugli ultras, proveniente da piccoli gruppi o da tifoserie di squadre di provincia che non hanno grande tradizione. Più che all’originalità del tema, l’importanza di questo volume è dovuta al fatto che, per la prima volta, un capo ultras di una tifoseria molto conosciuta come quella catanese,  decide di mettersi a nudo e lo fa in maniera diversa da quelli che sono stati i tradizionali mezzi di comunicazione di questo mondo. Stavolta non ci siamo limitati all’attività del gruppo: allo striscione esposto allo stadio piuttosto che al coro in curva ma a raccontare il proprio mondo dando una svolta al modo di comunicare. Ecco, è questa  l’importanza dal punto di vista sociologico. Da un punto di vista letterario, invece, è una storia, non posso dire se sia bella o brutta. E’, però, una storia cruda e autentica che andava raccontata, essendo davvero un’epopea irripetibile.”

  • Michele Spampinato, leader di “A sostegno di una fede”, gruppo portante della curva Nord del Catania, è il protagonista del romanzo. Da cosa nasce la scelta di parlare di questo movimento piuttosto che di altri?

Dal 1998 ad oggi, “A sostegno di una fede” è il gruppo portante della tifoseria catanese, è quello che ha scritto la storia, è quello che ha fatto diventare la curva Nord, tra la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000, probabilmente la curva più importante d’ Italia. Michele è un personaggio estremamente carismatico. Durante la presentazione, dopo aver superato la timidezza iniziale, è partito come un treno. È un ragazzo che ha molto da dire e che lo racconta con onestà intellettuale. Michele non dice: <<ho  ragione io>> o <<quello che facciamo è giusto>>, dice piuttosto <<quello che facciamo è sbagliato, ma lo facciamo per questo>>. Ci vuole coraggio per esporsi in prima persona e soprattutto ci vuole coraggio ed onestà intellettuale per raccontare la propria vita; quando poi è una vita che per molti è un borderline, ciò non diventa  un fatto scontato.

  • Abbiamo curiosato un po’ sul libro. Adesso passiamo ad una domanda di carattere personale: tra le tante trasferte che hai vissuto in prima persona e di cui hai raccontato nel tuo libro, di quale hai un particolare ricordo?

Sicuramente la trasferta di Benevento. In quella particolare occasione siamo rimasti bloccati sulla neve al ritorno e abbiamo lasciato il motore della macchina acceso tutta la notte per non congelare sulla Benevento-Avellino. La ricordo particolarmente perché ero con gli amici di sempre ed è proprio in quel momento che capisci di trovarti là per un ideale, forse anche esagerato da dire, per il quale non c’è un interesse materialmente misurabile che ti porta a ritrovarti durante una notte invernale, sotto la neve, a -12° a Benevento, quando invece sarei potuto essere a casa, con la mia fidanzata, davanti la televisione a vedere la partita. Tra l ‘altro in quell’occasione il Catania aveva anche perso. Quello è il ricordo più bello.

  • E qual è quella con il ricordo peggiore?

La trasferta a cui non ho partecipato.

curva n

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑