I piccoli reattori a fusione nucleare Lockheed che non produrranno scorie


The magnetic coils inside the compact fusion (CF) experiment are critical to plasma containment, as pictured in this undated handout photo

La Lockheed Martin promette che in un decennio metterà a disposizione nuovi e piccoli reattori a fusione nucleare che occuperanno solo qualche metro quadro di superficie e che produrranno energia più pulita e sicura di quella usata oggi. Ma cosa è la Lockhed? È una famosa azienda americana impegnata soprattutto nell’ingegneria aerospaziale e della Difesa; per questo motivo è anche una delle società che maggiormente collabora col Pentagono in svariati progetti, molti dei quali segreti. Segreto era, fino a poco tempo fa, anche il progetto del reattore a fusione nucleare del quale John McGuire, responsabile del programma, è molto orgoglioso.

Quello in allestimento dalla Lockheed sarà un reattore in grado di sprigionare 100 megawatt di energia in uno spazio contenuto: 2×3 metri; confrontato coi reattori a fissione, impiegati fino ad ora, le dimensioni si ridurranno almeno di una decina di volte. Importante è ovviamente anche la sicurezza che deriva dall’utilizzo della tecnica di fusione nucleare compatta. A tal proposito i tecnici della Lockheed sottolineano come l’impatto positivo sull’inquinamento potrebbe essere esaltante dato che si sfrutterebbe come combustibile una miscela di deuterio e trizio in grado di restituire dal processo un’energia 10 milioni di volte superiore rispetto al consumo derivante dallo sfruttamento della stessa quantità di combustibili fossili. Dal progresso nasce progresso, va ricordato che questi futuri reattori non produrrebbero scorie radioattive eliminando così il problema del loro stoccaggio.

Si attende il primo test tra un anno mentre per il primo prototipo dovranno passare almeno 5 anni, 10 anni per osservare un vero reattore a fusione in attività. Forse è proprio per questo motivo che la società statunitense intende sempre più interessare nel progetto altri partner industriali oltre al governo, affinché lo sviluppo avvenga nel minor tempo possibile.

Possiamo essere ben contenti che gli odierni programmi dei vari governi mostrino un calo della spesa militare perché ciò ha spinto la Lockheed a concentrarsi su una strategia aziendale puntata verso nuovi orizzonti. I problemi legati al petrolio ed alle altre fonti fossili per la produzione di energia nonché la richiesta energetica in crescita esponenziale hanno impresso la spinta finale.

La fusione nucleare, al contrario della fissione, unisce nuclei di atomi per crearne di nuovi  rilasciando energia; è ciò che accade in ogni attimo all’interno del Sole. Potremmo dire che la fusione “move il sole e l’altre stelle”.

 

Paolo Licciardello

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