A pochi giorni dallo schianto della Virgin Galactic, navicella spaziale costruita dai progettisti del magnate Richard Branson, anche Google lancia un messaggio importante per i settori dei viaggi nello spazio e dell’esplorazione di nuovi mondi. Il motore che muove tutte queste società, più o meno emergenti, è la voglia irrefrenabile di scoperte. Gli investimenti non sono irrisori ma sono sempre accompagnati voglia di spingersi oltre i confini, anche tecnici, conosciuti che supera ogni componente economica dei progetti.
Google ha appena raggiunto un accordo per l’affitto, per un periodo riguardante i prossimi 60 anni, di una base dell’aviazione sotto il controllo della Nasa proprio nelle vicinanze del quartier generale del colosso informatico. La Silicon Valley, secondo il Financial Times, sembra essere uno dei prossimi punti di partenza non solo per i viaggi nello spazio ma anche per le spedizioni di veicoli verso i pianeti scoperti intorno a stelle lontane dal nostro sistema solare. L’esplorazione spinge la ricerca e Google è dunque fortemente intenzionata a svolgere un ruolo determinante nei prossimi 60/100 anni. L’uomo è destinato a percorrere rotte spaziali verso nuovi mondi, per questo motivo l’accordo prevede un investimento di ben 200 milioni di dollari secondo il progetto Mountain View
Con lo scopo finale di investire sulla “ricerca, nello sviluppo e nell’assemblaggio e nei test per l’esplorazione spaziale, nell’aviazione, nella robotica e in altre tecnologie emergenti”, proprio come afferma l’agenzia spaziale statunitense.
Buon viaggio dunque, qualsiasi sia la destinazione.
Paolo Licciardello







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