Con la capsula Orion la perfezione torna di casa alla NASA


La NASA coi suoi grandi progetti ha sempre mirato a questo: alla perfezione. Nei momenti più difficile ha sempre tirato fuori il meglio dai suoi scienziati e adesso, col primo lancio senza equipaggio della nuova capsula Orion, ha raggiunto un altro grande traguardo. Mandate in pensione le navicelle Apollo prima e Shuttle poi l’intento è stato sempre quello di costruire qualcosa di nuovo, più adatto ai tempi e alle future missioni; si punta innanzi tutto al ritorno sulla luna, all’atterraggio su asteroidi ed infine al pianeta Marte.

Preceduto da alcuni ritardi e rinvii, anche per sfruttare la migliore finestra utile di buon tempo, il lancio è avvenuto, grazie alla propulsione di un razzo Delta IV, alle 13:05 (ora italiana) da Cape Canaveral lo scorso 5 dicembre, seguito da un perfetto ammaraggio nel Pacifico dopo circa quattro ore e mezza di volo orbitale. La navicella possiede un nome lungo che è tutto un programma: Orion Multi-Purpose Crew Vehicle, ed è stata costruita dalla Lockheed Martin non senza alcuni problemi e guasti che hanno fatto slittare l’orario del lancio. La missione, però, è stata un successo; la Orion ha raggiunto i 5.700 chilometri di altitudine, ha superato il rientro ad una temperatura di 2.200 °C, dovuta all’attrito con l’atmosfera terrestre ad una velocita di 32.000 km/h, ed ha così testato l’efficacia dello schermo protettivo di nuova progettazione.

Gli ingegneri hanno messo a punto una capsula in grado trasportare un equipaggio anche per lunghe missioni ma questo primo test ha previsto che il programma di volo fosse gestito dal computer di bordo. Solo in caso di emergenza il controllo volo avrebbero potuto intervenire per pilotare manualmente la navicella. Per i più scettici la Orion ha anche fotografato il nostro pianeta dalla massima altezza raggiunta, inoltre è curioso osservare come la capsula della NASA sia il veicolo spaziale ad essersi allontanato maggiormente dalla Terra dal 1972, anno in cui si conclusero il programma Apollo e le missioni sulla Luna.

Malgrado i costi ingenti, che lievitano anno dopo anno, il primo volo con equipaggio è previsto per il 2021 ma non è dato sapere se saranno occupati tutti i 6 posti per astronauti a bordo. Ad ogni modo il 2018 dovrebbe essere l’anno buono per poter spingere la Orion fino alla Luna, un viaggio con ben 21 giorni di orbita intorno al nostro satellite naturale a 75.000 km di quota. Il 2018 dunque sarà l’anno in cui si testerà il nuovo vettore Sls che lancerà le missioni future, comprese quelle dirette su Marte nel 2030.

 

Paolo Licciardello

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑