In Cina un verdetto storico da’ nuova speranza alla comunità omosessuale. Un tribunale cinese ha infatti condannato per la prima volta una clinica colpevole di praticare trattamenti per “curare” l’omosessualità.
Si tratta di un verdetto inedito in un Paese in cui le terapie di conversione per gli omosessuali sono altamente diffuse. Ad essere riconosciuta colpevole del reato è stata la clinica psichiatrica “Xinyu Piaoxiang”, nella città di Chongqing, situata nel sudovest del paese, che dovrà versare la simbolica cifra di 463 euro a Yang Teng, il giovane omosessuale che aveva fatto causa all’istituto.
Teng ha raccontato di aver subito numerosi traumi in seguito ai trattamenti della clinica, che per cercare di correggere il suo orientamento sessuale si avvaleva dell’uso ripetuto dell’elettroshock.
La sentenza del tribunale ha stabilito che l’uso di tali metodi coercitivi non era necessario, dato che l’omosessualità non necessita di alcun trattamento medico.
Una vittoria non da poco, quindi, per il movimento dei diritti gay in Cina. Nel Paese l’omosessualità non costituisce più reato dal 1997, e nel 2001 è stata ufficialmente rimossa dalla lista delle malattie mentali. Eppure, al momento le associazioni che si occupano dei diritti gay non possono iscriversi alla lista delle ong ufficialmente riconosciute.
Aurora Circià







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