L’Italia è una Repubblica fondata sulla Moda e su di essa è stato esteso, in maniera capillare, il concetto di arte e cultura. Purtroppo, la crisi economica e d’identità continuano a flagellare la penisola e sempre più spesso si assiste al declino delle nostre eccellenze.
L’ultimo, lampante e amaro, esempio è l’empasse dei soci di AltaRoma che decretano, indirettamente, l’annullamento delle sfilate d’alta moda a Roma.
Infatti è stata convocata appositamente, ieri, per deliberare in materia di nomine degli organi statutari e determinazione del contributo consortile per l’anno 2015, l’assemblea dei soci che però si è conclusa, per l’ennesima volta, con il procrastinare le tematiche all’odine del giorno.
In assenza di decisioni dei soci sul contributo annuale, gli amministratori della Società si son trovati impossibilitati ad assumere impegni per l’anno venturo; salteranno così le kermesse in calendario per il prossimo gennaio. Congelare il bello e il vortice lavorativo dell’organizzazione delle sfilate a poche settimane è una catastrofe per l’immagine italiana. La credibilità di settore viene messa al tappetto (e non è red!) da un duro colpo.
Indignazione e polemiche riempiono il patinato etere, persino Renato Balestra, triestino, mostra il suo disappunto affermando che sarà disposto a presentare la sua collezione in casa propria, poco lontano dal centro in Via Cola di Rienzo.
“Al di là delle conseguenze negative della cancellazione della manifestazione di gennaio – dichiara il Direttore Generale di Altaroma – riassumibili in perdite di risorse da sponsor privati, perdita di credibilità di Altaroma, perdita di immagine della città di Roma, problemi alle case di moda e accademie che contano sulla manifestazione di gennaio, rischio di perdita del progetto “Who Is On Next?”, perdita di una delle principali opportunità di lavoro per circa 200 professionalità, imprese e maestranze coinvolte nell’indotto generato dalla manifestazione, perdita di partnership utili alla internazionalizzazione delle case di moda, il rischio reale che si sta correndo è quello della dispersione definitiva ed irreversibile di un patrimonio di utilità e opportunità che oggi ha acquisito un valore sicuramente superiore al passato e potrebbe risultare come il più facilmente spendibile per la ricostruzione di un futuro di crescita per il sistema produttivo del territorio. Non mi sfuggono la drammaticità del momento e le criticità che ciascuna Istituzione territoriale è costretta ad affrontare al proprio interno, ma ci tengo a ricordare che Altaroma è una società partecipata che chiude i suoi bilanci in attivo e investe la gran parte delle sue risorse in progetti a favore dello sviluppo del territorio e della promozione del Made in Italy.”
“Mi auguro fortemente che grazie all’impegno dei soci – dichiara la Presidente di Altaroma, Silvia Venturini Fendi – si possa scongiurare questa empasse, perché ho il timore che possa perdersi una occasione utile a riconfermare la fiducia nell’intervento pubblico a sostegno dello sviluppo e ricostruire la speranza in uno dei più importanti settori produttivi su cui il Paese potrà contare per la propria ripresa futura”.
[fonte dichiarazioni: Repubblica.Roma]
Alessia Aleo






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