Perché non riusciamo a smettere di amare le canzoni della nostra adolescenza?


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Perdere la dignità all’ascolto dei singoli delle Spice Girls o cantare a squarciagola le canzoni dei Beckstreet Boys che casualmente si beccano in radio (non azzeccando una sola parola corretta, tra l’altro) non è un sintomo della sindrome di Peter Pan. Ne sinonimo di pessimi gusti musicali.

Dietro questo entusiasmo per musica datata o per pezzi dalla profondità di testi opinabile si cela qualcosa di più. Psicologi e neuroscienziati parlano di un’enorme influenza che quelle vecchie canzoni hanno sulle nostre emozioni, non solo perché ci ricordano la nostra adolescenza ma anche per questioni strettamente legate alla neurochimica e al funzionamento del nostro cervello.

Per quanto passiamo elevarci e raffinarci in fattore di musica, non potremo mai smettere di amare tutte quelle canzoni che sono state la colonna sonora della nostra età adolescenziale. È scientificamente provato, la nostalgia musicale non è solo un fenomeno culturale, bensì un ordine comandato dal nostro cervello. Alcuni studiosi, a tal proposito, hanno trovato delle prove che i nostri cervelli si legano (sempre più con il passare degli anni) alla musica che ascoltavamo da ragazzi in maniera più salda rispetto a qualsiasi altra cosa ascoltiamo da adulti.

Nulla provoca una reazione emotiva come la musica, a parte l’amore e le droghe. Uno studio sulla scansione delle attività cerebrali ha mostrato che le nostre canzoni preferite stimolano le regioni del cervello che regolano il piacere e che rilasciano dopamina, serotonina, ossitocina e altri elementi neurochimici che ci fanno sentire bene. Più apprezziamo una canzone, più veniamo condotti verso una felicità indotta neurochimicamente, che invade il nostro cervello grazie agli stessi neurotrasmettitori che cerca di attivare la cocaina. La musica provoca questa reazione in tutti noi, come una specie di scintilla. Nei giovani, però, questa scintilla si trasforma in uno spettacolo di fuochi d’artificio: fra i 12 e i 22 anni il nostro cervello subisce veloci sviluppi neurologici, e la musica che apprezziamo in quel periodo sembra restare legata al nostro sistema nervoso per sempre. Quando costruiamo dei collegamenti neurali a una certa canzone, creiamo anche una traccia mnemonica che diventa carica di emozioni amplificate anche grazie a un’eccessiva produzione di ormoni della crescita.

E anche se quegli anni sono passati, i ricordi legati a quelle canzoni che amavamo ci investiranno ancora e ancora senza spegnersi mai.

 

(fonte: Il Post)

 

Eleonora Mirabile

 

 

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