Nuovo regalino per i fumatori portato dal Vecchio “Babbo Governo”: alla vigilia di Natale i Monopoli di Stato hanno emanato – in attuazione della delega fiscale del governo che per le sigarette elettroniche ha previsto un’imposta commisurata a quella delle sigarette, ma ridotta, in considerazione della loro “minore nocività”- un decreto provvisorio che ha stabilito per i liquidi di ricarica delle sigarette elettroniche una tassa di 3,33 euro per ogni flacone da 10 ml. A ciò si è giunti stabilendo il seguente rapporto di equivalenza attraverso l’uso di un particolare macchinario: ad ogni millilitro di ricarica corrisponderebbero a 5 sigarette tradizionali.
La relazione tecnica allagata al provvedimento aveva inizialmente indicato l’equivalenza in un millilitro per quattro sigarette, portando ad un’ipotesi di imposta di oltre sei euro, ma il decreto emanato dai Monopoli ha stabilito un importo inferiore, fissando l’equivalenza – in modo provvisorio- in un millimetro per cinque sigarette. La nuova manovra comporterà un aumento del 100% del prezzo medio delle ricariche, con una vera e propria stangata per gli operatori di un settore in forte crescita.
Ovviamente le polemiche sono subito scattate in quanto i commercianti contestano, per l’appunto, sia l’aumento sproporzionato del costo medio delle ricariche, sia l’assunto centrale, il fondamento, su cui si basa l’intera operazione di rincaro, ossia l’esistenza di uno standard scientifico sul quale si possa fondare l’equivalenza tra e-cig e sigarette tradizionali.
Tra l’altro che l’aumento introdotto – già di per se sproporzionato- sarà quello vigente dal 2015 in poi non è nemmeno un dato certo, in quanto l’equivalenza cosi come fissata dal decreto “natalizio” è solo provvisoria, in attesa di quella ufficiale che dovrà essere stabilità entro il prossimo 20 gennaio.
Tempi duri stanno, dunque, stagliandosi all’orizzonte sia degli operatori del settore sia dei consumatori di un prodotto sempre più ricercato sul mercato.
Angela Scalisi







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