Dopo l’orrore e il terrore provato dalla capitale francese non si appresta a diminuire lo stato di allerta. Infatti, in queste ore, è ancora in corso la ricerca del quarto elemento del commando delle stragi di Parigi. La donna, riuscita a scappare durante il blitz al supermercato ebraico Kosher, è stata identificata come la compagna del pluriomicida Amedy Coulibaly.
I profiler hanno subito evidenziato la psiche volubile della donna, Hayat Boumeddiene, poiché attraverso alcune ricerche telematiche è stato possibile identificare il suo percorso identitario particolarmente ambiguo. Alcune foto, invero, la ritraggono in costume da bagno altre viceversa completamente coperta dal niquab. Ecco quello che si può definire come “un fanatismo posticcio”, per usare le parole del giornalista Gad Lerner, “acquisito dentro i codici della nostra società occidentale contro cui si scagliano, ma della quale essi stessi sono un prodotto contemporaneo. Anche loro sono a tutti gli effetti cittadini francesi, proprio come gli ebrei e la vigilessa di colore che hanno voluto trascinare innocenti nel vortice di una morte assurda.”
Il nervosismo a Parigi resta ancora tangibile. Si respira aspra paura. Stamane due i falsi allarmi in mattinata, a Disneyland e per lo scoppio di petardi vicino al luogo di culto ebraico di Jaurès. Per la prima volta dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la Grande Sinagoga di Rue de la Victoire è rimasta chiusa per lo Shabbat, la festa del riposo.
Le dichiarazione dei leader si susseguono. Insorgono gli esponenti dell’estrema destra europea strumentalizzando l’attuale precaria condizione della nazione.
Nella capitale francese è atteso un milione di persone per la marcia repubblicana a cui parteciperanno i leader di tutta Europa.
La rivista satirica Charlie Hebdo, nonostante i gravi fatti che l’hanno colpita, andrà comunque in stampa la settimana prossima. Si può non essere d’accordo con la linea editoriale di una testata ma sarebbe preferibile che le critiche sterili on line che si moltiplichino a macchia d’olio venissero risparmiate. Il precetto fondamentale che quest’evento dovrebbe far passare, capire, metabolizzare è l’importanza è la libertà di pensiero e la libertà di parola, piuttosto che creare finti complottismi e fomentare l’odio razziale e religioso.
“Il prossimo numero di Charlie Hebdo sarà un numero ‘normale’, per così dire: noi ci siamo sempre, ma ci sono anche i terroristi, quindi ci saranno i numerosi Charlie Hebdo, con tutte le rubriche, gli spazi, consueti, usuali, tutti i vignettisti, tutte le penne di Charlie Hebdo, saranno presenti”. Lo ha annunciato il nuovo direttore, Gerard Biard. “Tutti avranno il loro spazio, il loro posto, in questo numero che vuole dire che non hanno ucciso questo settimanale. Tutti i lettori vi ritroveranno lo spirito di questa rivista, lo ritroveranno nelle edicole, magari anche coloro che non hanno mai comprato Charlie Hebdo e lo faranno stavolta, devono sapere, non quello che era, ma quello che è ancora Charlie Hebdo e devono sapere che cosa questi assassini hanno voluto attaccare attaccando Charlie (…) Hanno attaccato chiaramente la libertà di stampa, la libertà di espressione, il diritto alla satira e alla caricatura, ma i terroristi hanno attaccato il laicismo. Perché se non c’è il laicismo, nessuna libertà, nessuna fraternità, nessun tipo di uguaglianza è possibile.”
Liberté, Égalité, Fraternité
Alessia Aleo







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