Il viaggio di Dawn continua, la sonda della NASA ha già nell’obiettivo dei suoi strumenti il pianeta nano Cerere, il maggiore tra gli oggetti celesti orbitanti intorno al Sole ma all’interno della Fascia Principale degli asteroidi, il suo diametro è di 950 km. Il tragitto fino alla zona del sistema solare compresa tra Marte e Giove è stato lungo ma i sistemi a bordo sembrano non averne risentito grazie alla lunga ibernazione dall’ultima tappa rappresentata dall’orbita intorno ad un altro grande asteroide: Vesta. Dalla Terra, o per meglio dire dall’orbita del telescopio Hubble, Cerere sembra essere speciale rispetto ai suoi vicini; le immagini hanno sempre fatto pensare che su Cerere vi possano essere ingenti depositi di acqua ghiacciata superficiali e probabilmente oceani sotterranei. Anche i dati riguardanti la densità fanno ben sperare, riguardo alla presenza di acqua sul pianeta nano, riportando un 2 g/cm3 rispetto al 5,5 g/cm3 del nostro pianeta.
Il gigante della Fascia Principale dovrebbe avere un nucleo roccioso ed una sorta di mantello costituito da ghiaccio e minerali vari, infatti, grazie alle conoscenze ed alle teorie fin ora formulate, si ipotizza che il volume dell’intero corpo celeste sia costituito per il 40% da acqua.
Dawn dunque si trova nell’ultima fase di avvicinamento che durerà fino al 6 marzo. Da quel giorno, per diciotto mesi, la sonda orbiterà raccogliendo immagini e dati preziosi per i ricercatori. Grazie al risveglio dei dispositivi possiamo già godere delle prime foto giunte il 13 gennaio, scattate da una distanza di 380.000 km, non molto differenti, per qualità, da quelle raccolte da Hubble. Dai dati ricavati si possono già riconoscere dei dettagli della superficie di Cerere, delle macchie più chiare rispetto al resto della superficie, che fanno pensare a dei depositi di ghiaccio. Importante anche le immagini catturate dallo spettrometro italiano VIR (Visual and Infrared Spectrometer) su varie lunghezze d’onda con le quali è stata preparata una prima mappatura termografica del pianeta nano. Proprio da quest’ultima osservazione si evince che esistono zone della superficie di Cerere più calde e zone più fredde, con una differenza di temperatura di circa 10 gradi. Poco invece si conosce della sua composizione ma VIR presto potrà dipanare alcuni di questi dubbi; basterà attendere ancora qualche giorno, quando la distanza tra la sonda ed il suo obiettivo sarà inferiore ai 200.000 km. L’adrenalina è già in circolo.
Paolo Licciardello







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