Continuano i blitz anti anti jihad


IRAQ-UNREST-KURDS

Dopo i tragici eventi parigini, l’Europa s’è destata dal torpore e ha iniziato una battaglia anti terrorismo.

In Italia Intelligence e forze di polizia non accennano a diminuire i controlli; la settimana scorsa, infatti, è stato espulso un dottorando turco che frequentava presso la Scuola Normale di Pisa. La sua colpa telematica è stata quella di fomentare l’odio, essere simpatizzante dell’estremo Islam e anti cultura occidentale. Le indagini sono ancora in corso con la massima discrezione.

Si sta varando in questi giorni nuovo decreto legge che preveda di limitare l’incombente minaccia dei foreign fighters, i miliziani non convenzionali che si potrebbero trovare persino sul nostro territorio.

Ad223621719-7c1a2f29-533e-43d0-9e58-53a0b3b78cda oggi è  perseguibile penalmente solo il reclutatore, con il decreto invece sarà possibile punire con una pena detentiva fino a 10 anni anche il combattente che volontariamente si reca dall’Italia in Siria o in altri teatri di guerra. Sanzioni anche per chi organizza i viaggi «finalizzati al compimento di condotte con finalità terroristiche» e per i soggetti che si auto-addestrano al compimento di atti terroristici. 

Per Marcello Maddalena, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Torino, per combattere la minaccia rappresentata dal terrorismo islamico non serve una nuova Procura nazionale anti-terrorismo, ma basterebbe estendere i poteri della Procura nazionale antimafia.

I provvedimenti e le consultazioni italiane offriranno a breve una nuova compagine esecutiva.

In Europa la paura non cessa e gli espedienti sembrano essere persino più drastici.

A Lunel, un comune di 26.000 abitanti nel sud della Francia, a una trentina di km da Montpellier, è stata compiuta una retata contro gruppi di jihadisti nella settimana scorsa. Da questa cittadina una ventina di giovani sono partiti per la «guerra santa» in Siria, dei quali sei giovanissimi di età compresa fra i 18 e i 30 anni, e deceduti là negli ultimi mesi.

 

Simultaneamente un’operazione simile è scattata in Belgio, a Courtrai (vicino a Roubaix), con tre fermi di uomini con legami con «gruppi radicalizzati». Nelle loro dimore sarebbero state rinvenuti numerosi armamenti. Anche nel caso di Courtrai, dalla regione sono partiti per la Siria dei combattenti.

 

L’allerta terrorismo è ancora alta.

 

Alessia Aleo

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