Nasce a Roma, nel quartiere San Giovanni (via Veio 4), il primo bar a tempo. Anticafè è il nome di questa nuova tipologia di locali da ristoro ed include in se una piccola rivoluzione al concetto tradizionale del consumo.
L’idea nasce da tre giovani che hanno importato nel nostro Paese l’idea degli ziberflat russi: nell’anticafè non si paga per ciò che si consuma, ma per il tempo che vi si trascorre. Lo scontrino è così affidato al ticchettio dell’orologio: 4 euro la prima ora, 3 la seconda e 14 euro l’intera giornata. La quota comprende la possibilità di soggiornare illimitatamente nelle ore di apertura (dalle 9 alle 23) e la formula tanto cara dell’ all you can eat. Muffin, sandwiches, ciambelloni, frutta, spremute, caffè e ben 15 gusti di tè sono a disposizione dei clienti che pagheranno esclusivamente per la durata della loro postazione. È anche possibile portare un pasto da casa, non c’è alcun obbligo di consumazione. E per chi, invece, non intende dilungarsi oltre il tempo di un caffè pagherà la singola bevanda.
Il tutto nel massimo comfort per assicurare al target di riferimento (universitari, businessman in viaggio, creativi ecc.) l’esperienza nel modo più completo possibile: connessione Wifi, proiettori, stampanti, scanner, fax, libri, giochi da tavolo, riviste e persino una sala meeting.
Il locale capitolino con arredamento post-industriale fa parte di una modalità già studiata dai tre giovanissimi imprenditori che avevano inaugurato l’Anticafè a Parigi, sia in zona Beaubourg che a due passi dal Louvre. L’idea di proporlo a Roma è prevista come un successo perchè, come afferma il socio Vittorio Montesano, “un bar del genere, di respiro nazionale, in un momento in cui studenti e professionisti si sentono cittadini del mondo, mancava nella Capitale”.
Eleonora Mirabile







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