Tra le colonne sonore più significative che hanno accompagnato la mia infanzia occupa certamente un posto di rilievo quel dolcissimo motivetto che dice:”basta un poco di zucchero e la pillola va giù”. La grande Mary Poppins, essendomi stata maestra di gentilezza e autorevolezza, mi ha anche introdotto il concetto di “assertività”.
La parola assertività viene dal latino “asserere” che significa asserire cioè dichiarare qualcosa con certezza, affermare, sostenere.
Il comportamento assertivo è quel comportamento attraverso il quale si afferma il proprio punto di vista, senza prevaricare nè essere prevaricati. Si esprime attraverso la capacità di utilizzare in ogni contesto relazionale la comunicazione più adeguata che renda altamente probabili reazioni positive da parte degli interlocutori e riduca o addirittura annulli la possibilità di reazioni negative. Potremmo anche definirla il punto d’incontro tra remissività e
aggressività.
La comunicazione assertiva si fonda su un comportamento partecipe e mai reattivo; su un atteggiamento responsabile caratterizzato da una piena fiducia in sè stessi e nell’altro, sulla posizione di vita “io sono ok, tu sei ok”; sulla totale assenza di etichette, stereotipi e pregiudizi e sulla capacità di comunicare i propri sentimenti in maniera chiara e diretta, mai minacciosa e aggressiva.
Lo stile assertivo si basa sul diritto di essere trattati con rispetto, di essere sè stessi, sulla libertà di credere nei propri valori e nello stesso tempo sul dovere di trattare gli altri con rispetto, nella totale accettazione del prossimo con le proprie idee e i propri principi. Ognuno naviga in uno spazio personale che esige e offre rispetto. Un’altra componente importante dello stile assertivo è la responsabilità delle proprie azioni, quindi sia l’affermazione e la difesa dei nostri diritti sia l’accettazione delle conseguenze delle nostre azioni.
L’assertività è certamente protagonista indiscussa del mio modo di comunicare: curo molto le parole e le frasi che utilizzo con i miei interlocutori e nel mio lavoro di insegnante cerco di educare tutti
i giorni i miei alunni a utilizzare una comunicazione assertiva. Quali gli ingredienti da utilizzare con i bambini? (Non solo con i bambini chiaramente!)
1) Innanzitutto lavorare sulla loro autostima: senza autostima non può esserci assertivitá. Se un bambino è convinto di non valere nulla inevitabilmente adotterà un comportamento passivo o aggressivo;
2) Insegnare ai bambini a comunicare efficacemente. Spesso non si riescono a far valere le proprie azioni perché si posseggono scarse abilità comunicative. Le idee vanno espresse in modo chiaro e conciso: soggetto, verbo e complemento oggetto! Santa analisi logica…è di un’importanza fondamentale per affinare la nostra comunicazione!
3) Educare i bambini ad esprimere le proprie idee liberamente. Esprimersi senza remore è uno dei tratti salienti della comunicazione assertiva;
4) Saper accettare le critiche e farne tesoro per migliorare. La persona assertiva è in grado di riconoscere una critica costruttiva se utile per la propria crescita e la sua risposta sarà certamente quella di mettersi in discussione. Se la critica in oggetto sarà priva di fondamento e finalizzata solo a pura polemica certamente non toccherà la persona assertiva la quale reagirà semplicemente ignorandola senza nè entrare in crisi nè manifestare disagio, sofferenza o aggressività. Il segreto sta quindi in un’ottima capacità di ascolto e successivamente in un’analisi attenta della critica;
5) Riconoscere le qualità altrui. Saper vedere il bello nell’altro e comunicarglielo con un bel sorriso e a cuore aperto;
6) Saper gestire i conflitti. Questo credo sia l’aspetto più complicato. La persona assertiva dinanzi a uno scontro tira fuori lo stato dell’io “adulto”, mantiene i nervi d’acciaio ed è convinta che ogni conflitto se ben gestito può rappresentare un’ottima occasione di crescita.
Cari lettori, alla fine il segreto di ogni successo relazionale sta sempre lì: “ama il prossimo tuo come TE STESSO! “
Giusi Lo Bianco
Acicastello Informa 
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