C’era una volta e oggi non c’è più…


Mille-fiabe-per-lui
C’era una volta una bambina incosciente di nome Cappuccetto Rosso, mandata nel bosco da una madre irresponsabile.  Lettrici mamme mi rivolgo a voi:mandereste mai vostra figlia a passeggio sola nel bosco? (sempre se dalle nostre parti ne esista ancora uno!)
C’era una volta una fanciulla bella e gentile che si chiamava Cenerentola. Era il prototipo delle virtù domestiche, puliva la casa dalla mattina alla sera e uscì da questa condizione di vita poco gratificante grazie ad un principe che la liberò dalle grinfie di una perfida matrigna e di due sorellastre di dubbia intelligenza.
C’era una volta una fanciulla bella e bianca come la neve ma, ahilei, priva di altre virtù. Imprudente la bianca fanciulla accettò una mela da una sconosciuta e drasticamente morì. Ma per fortuna arriva un bel principe azzurro che la salva.

Care lettrici e cari lettori per fortuna queste fanciulle c’erano una volta e oggi non ci sono più (o almeno, ce lo auguriamo tutti).
In definitiva, l’analisi delle fiabe più conosciute evidenzia la presenza di donne che non brillano proprio di intelligenza e sempre pronte a cacciarsi nei guai, ma salvate da un lui al posto giusto e al momento giusto; oppure donne perfide, invidiose e subdole, che raggiungono i loro scopi solo con l’inganno. 
Nelle fiabe tradizionali mancano del tutto donne intelligenti, coraggiose, attive, oneste e leali.
E l’uomo? Beh neanche lui  se la passa mica bene nelle fiabe tradizionali eh! Non è mai realizzato se non trova l’amore e quante cose è costretto a sopportare prima di arrivare a salvare la sua principessa?
Le fiabe iniziano sempre con le donne e tutti gli altri personaggi ruotano attorno a loro….
Cosa fare quindi? Boicottare le fiabe tradizionali? Ma no! Non servirebbe a nulla, i bambini e le bambine di oggi avrebbero ugualmente l’occasione di ascoltarle da qualche parte. Meglio raccontargliele e spiegar loro che fanno parte di una tradizione completamente lontana dalla nostra realtà. La letteratura contemporanea dovrebbe integrare il patrimonio pedagogico delle fiabe tradizionali,rompendo gli schemi tradizionali e gettando le basi per un’educazione di genere. Potrebbe essere interessante drammatizzare le fiabe, inventare nuovi personaggi, trovare  nuove idee da formulare individualmente e soprattutto comunicare ai bambini e alle bambine che le qualità positive o negative dei personaggi sono tipiche di una personalità e non di un genere sessuale o di una categoria sociale. Non esistono qualità maschili e femminili, ma solo qualità umane.
5-libri-consigliati-per-bambini-di-6-anni_ac04568d97813258d586c8f92e5bbec0
Cari lettori  e care lettrici le fiabe che raccontiamo ai bambini hanno un compito determinante nel loro sviluppo, quindi non fermiamoci solo a quelle tradizionali, via libera alla nostra fantasia, alle visite in biblioteca, alle librerie, a internet, ai nonni e alle nonne e a ogni fonte  letteraria alla quale attingere…
Non solo quindi l’immagine stereotipata della principessa perché può trasmettere alle bambine un senso di impotenza e di attesa passiva del principe azzurro….proponiamo anche altri modelli.
Io, per quanto concerne il mio lavoro di insegnante, scelgo le fiabe in base alle personalità e ai gusti delle mie alunne e dei miei alunni, reinvento quelle vecchie e ne propongo delle nuove.
La sfida per noi professionisti dell’educazione è certamente quella di tenerci aggiornati sui cambiamenti in corso e soprattutto realizzare progetti di educazione di genere che rispettino l’antinomia identità – differenza, costitutiva di ogni soggetto, che parlino linguaggi plurali e promuovano consapevolezza e spirito critico.
Giusi Lo Bianco 

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑