A tre anni dalla scomparsa di Lucio Dalla, esce il 4 marzo (puntuale nel giorno del suo compleanno) nelle sale cinematografiche un film documentario sull’amatissimo cantautore bolognese.
Mario Sesti dirige un lavoro che punta alla ricostruzione della vita di Dalla attraverso la testimonianza di Marco Alemanno, la persona più vicina a lui negli ultimi anni. E così si passa da Bologna, per le isole Tremiti, alla Sicilia e all’Etna, in un viaggio tra i ricordi attraverso il supporto di foto dell’archivio di Alemanno, canzoni e voci di amici e colleghi che lo conoscevano bene (tra questi Renzo Arbore, Paolo Nutini, Peppe e Toni Servillo, Isabella Rossellini, John Turturro).
Prodotto da Erma Films in collaborazione con Erma Production e distribuito da I Wonder Pictures “tutto il film nasce dal desiderio di condividere con chiunque il ricordo di chi ha conosciuto Lucio Dalla e di far si che chi lo vede torni a casa e metta un suo disco a tutto volume”, afferma il regista.
Amante del Sud, per lui fonte inesauribile di energia, musicista fuori dall’ordinario (con ascolti privati che spaziavano dal reggae alla lirica), appassionato di cinema e progetti teatrali futuri per l’Expo rimasti incompiuti: Dalla era tutto questo e molto altro. In “Senza Lucio” Alemanno parla di questa sua irrefrenabile “bulimia di vita”: «Si divertiva ad essere musicista, gallerista, a dipingere e a scrivere. Non si bastava mai. Aveva la necessità di fare altro perchè temeva la fine dell’incanto, il suo peggior nemico era la frenesia. Il cuore gli è esploso per troppa vita».
Una personalità come la sua è forse per questo destinata a non lasciare mai un vuoto. La sua assenza diventa costante e indelebile presenza.
Eleonora Mirabile







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