Il decreto anti terrorismo è finalmente legge, ottenendo ben 161 si, 108 no e un astenuto. Fiducia concessa a pochi giorni dalla “scadenza”. Tra le novità più importanti, maggiori poteri vengono affidati alle forze dell’ordine e investigative per porre in luce elementi su ipotesi di reati correlati ad attività terroristiche, con affidamento al Procuratore nazionale Antimafia delle attività di coordinamento delle inchieste sul terrorismo.
Ecco le novità più significative: viene introdotta la pena da cinque a otto anni di reclusione per chi compia arruolamento a finalità di terrorismo, oltre alla previsione di una nuovissima fattispecie di reato contro il fenomeno dei foreign fighters che prende la nomenclatura di “organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo”. Pene più severe – da 5 a 10 anni- anche per chi fabbrica armi e mette in atto comportamenti “finalizzati in maniera univoca” al compimento di atti di violenza con finalità terroristiche. Introdotte poi due nuove contravvenzioni: detenzione abusiva di precursori di esplosivi e mancata segnalazione all’autorità di furti o sparizioni dei precursori.
Le modifiche toccano anche il Codice antimafia: il questore potrà bloccare direttamente il passaporto e la validità ai fini di espatrio di ogni altro documento di identità, con estensione delle misure preventive estese anche a coloro che si facciano esecutori di atti preparatori a conflitti esteri o azioni terroristiche oltre confine.
Vede la luce anche un nuovo pacchetto di misure destinate espressamente al controllo dell’attività di fiancheggiatori o esponenti di cellule terroristiche che svolgono le loro attività tramite internet e social network. Il decreto permette, infatti, di usare programmi per acquisire “da remoto” le comunicazioni e i dati presenti in un sistema informatico e modifica la disciplina delle norme di attuazione del c.p.p. sulle intercettazioni preventive in relazione, per l’appunto, a indagini per delitti in materia di terrorismo commessi con l’impiego di tecnologie informatiche o telematiche. La polizia postale dovrà, quindi, organizzare e aggiornare in continuazione una black-list dei siti internet che inneggiano al terrorismo, anche per favorire lo svolgimento di indagini da parte della polizia giudiziaria e per le sole indagini sui reati di terrorismo, i dati relativi al traffico telefonico e telematico, effettuate a decorrere dall’entrata in vigore del decreto “dovranno” essere conservate dal fornitore fino al 31 dicembre 2016.
Estesa anche la possibilità di rilasciare agli “stranieri” permessi di soggiorno a fini investigativi, con contestuale introduzione, anche se in via transitoria, della facoltà, per i servizi di informazione e sicurezza, di effettuare colloqui investigativi con detenuti per prevenire azioni terroristiche.
Angela Scalisi







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