Il Rover Curiosity ha rilevato la presenza di sale in grado di permettere all’acqua di rimanere allo stato liquido abbassandone il punto di congelamento. Questa scoperta, da poco resa nota dalla Nasa impegnata anche nelle missioni che dovrebbero portare l’uomo sul pianeta rosso, non implica che vi siano di sicuro delle forme di vita.
Se fino a questo momento le difficili ed estreme condizioni dell’atmosfera marziana facevano pensare alla sola presenza di ghiaccio, la presenza del sale garantisce invece la presenza di liquido d’acqua. Ad esempio all’interno del cratere Gale, quello maggiormente studiato durante la missione della sonda, sarebbe uno dei luoghi in cui, nelle ore notturne, le temperature e il livello di umidità raggiunti consentono la formazione della brina.
La questione adesso si sposta sulla possibilità che la vita sia ancora presente, o meno, su Marte. Secondo gli scienziati queste stesse condizioni sono ancora troppo difficili perché la vita, quella vita che noi conosciamo sulla Terra in tutte le sue forme, sia possibile. Questo pensiero dei ricercatori confermerebbe la teoria secondo cui la vita sul nostro vicino del Sistema Solare si sia estinta più di un miliardo di anni fa. La ricerca dunque dovrebbe solo puntare a riportare alla luce le tracce di quella vita ormai scomparsa. L’impresa è ardua ma l’acqua, sia quella allo stato solido che quella allo stato liquido, è indispensabile alle missioni dell’uomo e ai suoi studi; l’auspicio è quello di poter godere della possibilità di svolgere ricerche ed esperimenti direttamente sul posto.
Paolo Licciardello







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