Scusa, grazie, per favore….‏


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Distruggere, bloccare, affondare, respingere, rifiutare, impedire… e poi ancora aut aut, la bagarre, la battaglia, il delirio, gli insulti, il ring, la rissa, lo scontro, lo schiaffo, la sfida, la spallata, lo strappo, le urla, tutti contro tutti…
Che ne direste di rivedere il tutto e cominciare da zero? Dalle origini? Dalle fondamenta del rispetto dell’altro?
In una cultura permeata di esasperato individualismo, l’ altro è diventato un ostacolo alla libertà, una minaccia alla realizzazione dei propri disegni onnipotenti e non il necessario complemento al legame sociale. Tutto ciò causa diffusi atteggiamenti di prevaricazione in cui adulti eccessivamente indulgenti, prima di tutto con se stessi, sorridono alle intemperanze infantili e alimentano in silenzio l’idea che tutto è dovuto, che è possibile trasgredire al buon comportamento senza conseguenze.
Non stupisce affatto quindi che locuzioni come “per favore” siano usate con una certa difficoltà. Ancor meno che si ringrazi o si chieda scusa. La cortesia rappresenta un valore costruito nel tempo tanto da essere un indicatore del processo di civilizzazione. Le formule di cortesia appartengono al nostro universo simbolico e rappresentano un’etica fortemente normata per il vivere insieme.
Ne fanno parte anche il decoro, la misura, l’autocontrollo, il senso del pudore, la differenza tra privato e pubblico… tutte cose che oggi sembrano appartenere a un mondo lontano.
La “buona educazione” è la base su cui si innestano conoscenze, abilità e competenze.
Ogni Piano dell’Offerta Formativa deve contenere progetti dettagliati per il “rispetto dell’altro”.
I comportamenti sociali si apprendono soprattutto per imitazione, è quindi necessario costruire ambienti e contesti di vita dove la buona educazione e le buone parole siano condivise e diffuse tra tutti. E’ importante operare secondo una prassi di alleanze educative tra famiglia, scuola, società, parrocchia, istituzioni.
Non vi sono azioni senza conseguenze; ogni gesto, ogni parola, ogni frase provoca delle reazioni, a volte impreviste, in tempi e luoghi diversi.
Alcune lontane civiltà degli indiani d’America avevano elaborato dei rituali per chiedere scusa alla natura per il taglio di un albero, feste dedicate al dono e al ringraziamento per mantenere la pace interna ed esterna.
Facciamoci testimoni, tutti, senza paura di essere banali, di una cultura del rispetto e delle buone maniere, in tutto il nostro quotidiano, in tutto il nostro piccolo universo…
Evidentemente non è facile… come scrisse Ivan Turgenev: “L’uomo è in grado di comprendere tutto; e come si agita il vento e cosa avviene sul sole, ma capire come un altro uomo possa soffiarsi il naso in modo diverso da quello in cui se lo soffia lui, questo no, non lo può capire.”

(Si ringraziano per l’Ispirazione la professoressa Graziella Priulla e i professori Totò Baglio e Renato Anoè.)

Giusi Lo Bianco

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