Da Downing Street Cameron si dichiara pronto al referendum UE


Britain's Prime Minister David Cameron and his wife Samantha wave from the steps of 10 Downing Street in London Friday, May 8, 2015 after meeting Britain's Queen Elizabeth II where he informed her  that he has enough support to form a government.  The Conservative Party swept to power Friday in Britain's Parliamentary elections winning an unexpected majority.  (ANSA/AP Photo/Alastair Grant )
Britain’s Prime Minister David Cameron and his wife Samantha wave from the steps of 10 Downing Street in London Friday, May 8, 2015 after meeting Britain’s Queen Elizabeth II where he informed her that he has enough support to form a government. The Conservative Party swept to power Friday in Britain’s Parliamentary elections winning an unexpected majority. (ANSA/AP Photo/Alastair Grant )

Il partito conservatore di David Cameron ha ottenuto, alla fine dello spoglio, 331 seggi alla Camera dei Comuni, cioè la maggioranza assoluta dell’assemblea.  “Ho visto la regina e formerò un nuovo governo. Ci sarà un referendum sul nostro futuro in Europa”.

Nei prossimi mesi il campanilismo del Regno Unito potrebbe portali definitivamente fuori dall’Unione Europea, basti ricordare l’avversione all’adesione per la moneta unica.

Il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni a tal proposito ha dichiarato: “Una Gran Bretagna fuori dall’Ue sarebbe un disastro innanzitutto per la Gran Bretagna stessa, quindi sono fiducioso che con o senza referendum la posizione di Londra sarà favorevole a restare nell’Ue”.

Queste prime parole del premier confermato al momento di rientrare al numero 10 di Downing Street. In mattinata il premier britannico aveva twittato “Un futuro migliore per tutti” con la foto di un abbraccio a sua moglie Samantha, mostrando la sua soddisfazione per il risultato delle elezioni. Egli ha proseguito affermando: “Una nazione, un Regno Unito, ecco come spero di governare se sarò abbastanza fortunato da continuare come primo ministro” 

I Laburisti si fermano invece a 232, quasi 100 seggi sotto, molto meno di quanto i sondaggi prevedessero.

Ed Miliband (Labour), Nick Clegg (libdem), Nigel Farage (Ukip) non hanno digerito la rovente sconfitta e hanno deciso di dimettersi. 

A.A.

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