Il rapporto con il cibo struttura la relazione umana con il mondo.
Il cibo si offre come mediatore di relazione, virtuoso intreccio di tradizioni, ecologia e cultura del dialogo, contesto reale ed emozionale per ricercare l’armonia con gli altri e con l’ambiente.
Il mangiare umano nelle sue peculiarità antropologico-culturali richiede un’adeguata interpretazione pedagogica per indagarne le profonde valenze educative. Una corretta educazione alimentare è essenziale per il futuro delle giovani generazioni. Essa avvalora gli aspetti di convivialità, il rispetto della biodiversità, la scoperta delle peculiarità del territorio, per trasferire conoscenza e saper fare correlati al cibo e alla sua preparazione. Nutrirsi di cibo, ma anche di relazioni, di situazioni e di stati d’animo può aiutare a vivere in modo più armonico e positivo, in una tessitura che riguarda l’inesorabile intrecciarsi delle dinamiche interpersonali.
Uno stile di vita sostenibile inizia dalla scelta del cibo che mangiamo. In questa prospettiva l’uso educativo dell’orto e dello stare a tavola, le scelte legate ai consumi alimentari, coinvolgono diversi percorsi euristici e vari ambiti educativi, dalla famiglia alla scuola, dalla vita di comunità all’impresa, dal senso civico alla cittadinanza solidale.
Attraverso relazioni nutrienti di senso verso il pianeta possiamo prendere coscienza della nostra interdipendenza, che può essere umanamente orientata all’insegna di una sempre migliore qualità del vivere. Ciò nella fiducia di trovare nella realtà agroalimentare le risposte alla sfida assoluta della fame, quell’impasto creativo di unità e molteplicità con cui nutrire il mondo.
Il cibo rappresenta una palestra straordinaria per esercitare i sensi dei bambini e per realizzare esperienze significative, quindi le scuole sono chiamate ad accogliere le sfide lanciate da questo eccezionale evento, affinché le bambine e i bambini siano sensibilizzati, educati e formati a queste tematiche.
Il modo in cui ci nutriamo deve essere rivisitato alla luce di un rinnovato approccio all’alimentazione e alla sostenibilità.

La ragione fondante come si legge nel Protocollo d’intesa stilato tra Miur ed Expo è quella per cui si ritiene fondamentale la conoscenza e la comprensione del dibattito universale sul diritto a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra, al fine di promuovere e trasmettere nel tessuto sociale la sostenibilità, l’incontro e il dialogo interculturale, quali fattori di benessere, coesione e crescita economica.
I bambini devono essere educati ai concetti di cibo buono, pulito, giusto, sano, per tutti e di tutti.
Il cibo buono è quello che mette in gioco i sensi dei bambini, con la possibilità di coinvolgerli in percorsi di esplorazione sensoriale e legando esperienze emozionali, come per esempio il piacere per il cibo.
Il cibo pulito è quello che permetterà di costruire piccole esperienziali come per esempio gli orti didattici per educare al rispetto della terra e dell’ambiente . È il cibo che rifiuta sostanze chimiche, ama solo quelle naturali ed evita i viaggi lunghi e inquinanti. Il cibo pulito è anche l’espressione di rivalutazione di prodotti locali e di coltivazioni condotte con tecniche ecologiche.
Il cibo giusto è quelli che rispetta e dà il corretto valore a chi lo ha prodotto.
Il cibo sano e quello che, viaggiando, nel nostro corpo ci nutre e ci fa crescere. Cibo sano significa scegliere bene gli alimenti, saperli conservare e saperli consumare nella giusta quantità.
Il cibo per tutti è quello che definisce l’uguale diritto di tutti i bambini e di tutte le bambine della Terra all’accesso a questo bisogno primario.
Il cibo di tutti è quello che si riferisce alla dimensione culturale del cibo, quindi al legame tra cibo e territorio, ad abitudini alimentari, ai riti e alle modalità di consumo, alla cucina tradizionale di Paesi, regioni, Nazioni.
Il cibo deve essere valorizzato come vettore e ponte per la costruzione di un dialogo interculturale che, partendo da una riflessione culturale di appartenenza, si proietta verso la conoscenza e l’incontro con altre cucine, altre culture, altri spazi, altri tempi.
Si ringraziano per l’ispirazione la dirigente scolastica Daniela Cellie, la professoressa Eugenia di Barbora e la scrittrice Cristina Birbes.








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