Il nuovo simbolo di crescita culturale: i registri delle Unioni Civili in Italia


registro

Anche in Italia una ondata di innovazione sembra sfiorare, anche se in maniera lata e sempre in attesa di un intervento politico che tarda ad arrivare, il tabù delle unioni al di fuori del matrimonio. Spopola la “moda” dell’istituzione dei registri delle unioni civili – chiamiamola moda solo per smorzare un po’ la tensione e il senso di ingiustizia che per molti è ormai intollerabile, anche se di moda in verità non può certamente trattarsi essendo, al contrario, una risposta sensata ad un’esigenza reale.

Il primo comune a dotarsi del registro fu Empoli già nel lontano 1993, seguito  a ruota da Cogoleto, Pisa, Ivrea e Firenze. A oggi sono 275 i comuni italiani che hanno approvato il registro delle unioni civili.

Sono, dunque, molti i Comuni che sull’ondata di una crescente sensibilizzazione predispongono o si stanno impegnando a predisporre un registro comunale per le unioni civili.  Tra i nuovi anche il consiglio comunale di Montichiari che ha approvato martedì 26 maggio l’ordine del giorno proposto dal Movimento 5 Stelle che impegna sindaco e giunta a istituire il registro comunale delle unioni civili. L’amministrazione comunale, infatti, ha messo a disposizione delle persone che vogliano registrare la propria unione la possibilità di suggellarla con una cerimonia laica, ma senza che il celebrante  indossi la fascia tricolore istituzionale.

Eppure l’impasse del nuovo sistema, frutto di una mentalità più aperta che cerca di adattarsi ad una realtà sociale diversa poliedrica, si registra a Lucca, dove dopo due mesi dall’istituzione del registro, approvato il 23 marzo scorso, nessuna unione di fatto è ancora stata registrata.

Anche Ischia dice di si alle unioni civili, e approva in consiglio comunale, la proposta per l’istituzione di un “Registro Amministrativo delle Unioni Civili”. Nella delibera approvata, si legge testualmente che “la comunità ischitana, al pari di quella italiana, è caratterizzata dal crescere di forme di legami affettivi e di reciproca solidarietà che non si concretano o non si possono concretare nell’istituto del matrimonio e che si denotano per una convivenza stabile e duratura”. Potranno chiedere l’iscrizione al Registro due persone, non legate tra loro da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, curatela, residenti anagraficamente da almeno un anno o 6 mesi nel Comune di Ischia e coabitanti almeno dallo stesso periodo di tempo, “legate da vincoli affettivi o da motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale”.

Ovviamente non bisogna confondersi, perché le unioni civili, non sono ancora previste ne regolate in Italia. Si tratta più che altro di registri tenuti dai Comuni più alla’avanguardia che cosi facendo conferiscono quanto meno un riconoscimento simbolico a tutte quelle persone che non sono legate da vincoli legali come matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, ma solo da vincoli affettivi e di reciproca solidarietà anche se dello stesso sesso e che vogliono dare effettività alla loro relazione.

Angela Scalisi

 

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