Unione civile a Castello Ursino: un castello di dibattiti


 

Avevo parlato qualche settimana fa dei registri delle unioni civili che moltissimi comuni Italiani stanno predisponendo al fine di dare una risposta sociale ad una esigenza reale e pregnante della realtà storica, culturale, politica ed economica in cui viviamo. Io non credo che sia solo una scelta legata a fattori sociali, essendoci in primo piano per me sempre i sentimenti umani – quel modo in cui ognuno di noi sceglie di vivere la propria vita – ma sta di fatto che i tempi sembrano ormai maturi perché molti ammettano che le cose non sono solo bianche o nere.

Arrivo al dunque. Anche il Comune di Catania ha celebrato pochi giorni fa la prima iscrizione nel Registro delle Unioni Civili di una coppia dello stesso sesso, anche se in corso, secondo le indiscrezioni, ci sarebbe anche la registrazione di un’altra unione tra persone dello stesso sesso, che tuttavia è in via di perfezionamento. Dalla sua istituzione nel 2013, il Registro del Comune di Catania ha accolto ancora solo otto unioni.

Fin qui a mio modesto avviso non dovrebbe esserci nulla di strano, sennonché ho assistito a commenti dell’accaduto che mi hanno lasciato l’amaro in bocca. Ciò che mi turba, al di là dei classici stereotipi in cui mi imbatto tutti i giorni, è un certo bigottismo delle idee che ha accompagnato l’accaduto. Tra condivisioni molto colorite degli articoli che hanno relazionato sul fatto storico e commenti a caldo che ho sentito con le mie orecchie, la domanda che mi frulla in testa è una: che c’è di male? Sono convinta che sia giusto, politicamente corretto, che ognuno abbia le proprie idee, che le condivida apertamente, che possa avere e che debba avere un punto di vista diverso e che sia giusto difenderlo, ma mi chiedo fino a che punto. In realtà non riesco a comprendere – e forse sono solo una bigotta- perché ci si scagli apertamente contro un fatto e si lascino nell’angolo i problemi veri, quelli di cui è meglio non parlare, perché parlandone facciamo assumere agli stessi un contorno reale e magari poi finiamo per dover anche trovare una soluzione.

A volte credo che stiamo vivendo un nuovo Medioevo delle idee – ma non credo che arriverà poi il Lume della Ragione ha rischiararlo-, perché siamo tutti pronti SEMPRE a parlare di libertà, indipendenza, siamo tutti “tecnologici”, tutti presi da quella corsa contro il tempo, contro tutti per ottenere qualche successo in più, qualche oggetto materiale in più. Poi accade l’imprevedibile, impegnati come siamo ad accettare le differenze culturali, religiose, politiche e anche quelle sessuali, queste arrivano ad un tratto a Casa Nostra e vogliono entrare. Se ciò accade diventiamo i fautori della tradizione, del modello stereotipato di famiglia – di un modello che molte volte per noi non sta nemmeno sta funzionando-, di quei tabù religiosi che ci circondano e impregnano la nostra stessa struttura genetica. Eppure vi dirò che alla fine non credo nemmeno che sia qui il problema. Non pensiate che sia una rivoluzionaria o giù di li, perché credo nel valore della famiglia, credo in parte a chi dice che per un bambino sia meglio crescere con un “papà e una mamma standard”, ma la cosa in cui credo in assoluto sono i sentimenti. Se io amo, se io voglio, se io scelgo te e se finalmente dopo secoli di un buio intellettuale alimentato da famiglie patriarcali/matriarcali, da persone che ti hanno tacciato di essere diverso e che hanno fatto della tua diversità-  accertata secondo i loro standard mentali-  una scusa per metterti alla gogna,  posso dirlo apertamene e posso “legalizzarlo”, che c’è di male? Non lo so, sembra tutto o sembra niente, sembra che qualsiasi diversità sia sempre messa tra virgolette…. Se  non mi tocca la difendo, se mi viene vicino e mi sfiora, cominciò a difendermi con il sarcasmo e a vedere in questa diversità il male dei mali, dimenticando che ciò che è male per me può essere il tuo bene e viceversa.

“La piaga del genere umano è la paura e il rifiuto della diversità: il monoteismo, la monarchia, la monogamia e, nella nostra epoca, la monomedicina. La convinzione che ci sia un solo modo giusto per vivere, un solo modo giusto per regolare le questioni religiose, politiche, sessuali, mediche è la causa principale della più grande minaccia per l’uomo: i membri della sua stessa specie, decisi ad assicurare la sua salvezza, la sicurezza e la sanità mentale (Thomas Szasz)”- questa mi sembra una spiegazione convincente ad male che sembra affliggere solo la nostra specie.

Angela Scalisi

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