Auotovelox: la Corte Costituzionale si pronuncia a favore degli automobilisti


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La Corte Costituzionale interviene finalmente sulla materia degli autovelox, venendo in aiuto a milioni di automobilisti, sancendo finalmente la obbligatorietà della verifica periodica di taratura per gli strumenti mobili installati stabilmente a bordo strada con funzione automatica.

La Corte con la sentenza n. 113 del 18.06.2015 censura per l’appunto l’articolo 45 comma 6 del codice della strada nella parte in cui, appunto, “non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura”.

La sentenza origina dal ricorso di due cittadini che si erano rivolti al Giudice di pace di Mondovì contestando un verbale elevato dalla Polizia stradale di Cuneo.

Nella motivazione si legge come “Appare evidente che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione”. “L’esonero da verifiche periodiche, o successive ad eventi di manutenzione, appare per i suddetti motivi intrinsecamente irragionevole anche perché, come sottolinea la Corte, “i fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare (…) la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale. La Corte sottolinea con forza come “una bilancia di un mercato rionale sia soggetta a verifica periodica della taratura, mentre non lo sia una complessa apparecchiatura, come quella per la verifica della velocità, che svolge un accertamento irripetibile e fonte di gravi conseguenze per il cittadino”. Insomma, non è ammissibile che uno strumento delicato con un autovelox possa essere utilizzato, anche a distanza di anni dalla sua fabbricazione, senza alcun controllo tecnico di conformità successivo alla messa in esercizio e ciò prescindere che venga utilizzato in modalità automatica  o con la presenza della pattuglia. La sentenza rinnega, pertanto, la distinzione fra gli apparecchi automatici e quelli utilizzati dagli agenti e pone tutti gli autovelox sullo stesso piano, anche quelli dotati di “meccanismi di autodiagnosi”.

È una sentenza epocale per i consumatori in quanto, sancendo l’illegittimità di tutti gli accertamenti effettuati da apparecchiature mobili non tarate periodicamente, da il via libera alla possibilità di presentare ricorso avverso tutti i verbali non definiti, ossia contro quelli per i quali non sia stato ancora effettuato il pagamento e contro quelli per i quali non siano ancora scaduti i termini per la presentazione del ricorso o per i quali sia ancora pendente un’opposizione. Nessuna speranza, invece, per tutti gli automobilisti che hanno già provveduto ai pagamenti.

Tale scenario è ipotizzato in termini reali dallo stesso presidente della Codacons, Carlo Rienzi, il quale non tarda a sottolineare che “dopo la sentenza della Consulta, le multe elevate da apparecchi non verificati e tarati siano assolutamente nulle. Questa sentenza apre uno scenario senza precedenti: sarà possibile ora ottenere l’annullamento di migliaia e migliaia di multe per eccesso di velocità, laddove i Comuni non abbiano eseguito la manutenzione prevista dalla Corte Costituzionale”. I Comuni saranno ora costretti ad allegare ai verbali  l’attestazione riportante la data dell’ultima taratura degli apparecchi, pena l’impugnazione delle sanzioni da parte degli automobilisti”.

La sentenza, come sottolineato anche dalla Federconsumatori, ristabilisce la legalità violata e  apre la strada ai risarcimenti per milioni di multe recapitate con “strumenti tecnici di dubbia funzionalità”. 

Angela Scalisi

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