La riforma della Buona Scuola è uscita vittoriosa da Palazzo Madama. L’aula del Senato ha, infatti, dato il via libera alla fiducia sul maxiemendamento presentato dai relatori, Francesca Puglisi e Franco Conte, in commissione Istruzione, con 159 si. Il voto definitivo della Camera è atteso per il 7 luglio.
In breve la Riforma – contestata da moltissimi docenti, dalle organizzazione sindacali e da una frangia non indifferente del mondo politico (ben 112 no) -prevede :
1 – Assunzioni e Concorsi.
Saranno 100.700 i precari assunti nella scuola dal prossimo 1 settembre. Verranno assunti immediatamente i 99mila docenti già presenti nelle graduatorie di I fascia (Gae) e i vincitori residui del concorso del 2012 (1.700): 45mila docenti otterranno la cattedra subito, entro il 15 settembre, e gli altri 55mila saranno chiamati nel corso dell’anno scolastico.
Una fetta non indifferente rimarrà fuori: ossia vengono scartati gli idonei del concorso del 2012 (8.300), gli abilitati di seconda fascia non inseriti delle Gae (130mila), molti dei quali già insegnano con supplenze annuali e i non abilitati di terza fascia (337.458). Gli esclusi dovranno partecipare al concorso per 60mila cattedre previsto per il 2016 e agli stessi non sarà più riconosciuta una quota di posti riservati bensì solo un punteggio aggiuntivo per il servizio già svolto. Tra gli esclusi anche circa 23mila aspiranti insegnanti delle scuole materne.
Le fasi di assunzione saranno tre.
La prima tappa avrà luogo già nelle prossime settimane, quando la legge ancora non sarà in vigore, e toccherà ben 21.880 insegnanti, ovvero quelli che verranno assunti in base alla legislazione vigente sui posti lasciati liberi dai pensionamenti, sulle dimissioni volontarie o a causa di decessi. Il 50 % verrà pescato dalle Gae (le graduatorie ad esaurimento) e l’altro 50 dagli iscritti nelle graduatorie dei precedenti concorsi.
La seconda tappa dovrebbe aver luogo entro la prima settimana di settembre: dal giorno dopo l’entrata in vigore della nuova legge verranno avviate le procedure per l’assunzione di 10.849 docenti che saranno presi dal serbatoio delle Gae e del concorso 2012, mentre le graduatorie dei concorsi precedenti scadranno. Nel conteggio rientrano anche le assunzioni dovute al piano Carrozza, ovvero 8.895 docenti di sostegno per la terza annualità e 5.582 della seconda annualità.
La terza tappa da realizzare entro il 31 ottobre, riguarderà l’organico di potenziamento dell’offerta formativa: ovvero riguarderà l’assunzione di 55.258 nuovi maestri e professori.
2 – Carriera e premi economici.
Gli aumenti di stipendio non saranno più legati solo all’anzianità, ma anche ai crediti formativi e didattici che gli insegnanti dovranno acquisire nel tempo. Il dirigente scolastico, ogni tre anni, potrà distribuire premi ai docenti più meritevoli. Il comma 125 del ddl scuola afferma, per l’appunto, che: “Per la valorizzazione del merito del personale docente è istituito presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca un apposito fondo, con lo stanziamento di euro 200 milioni annui a decorrere dall’anno 2016, ripartito a livello territoriale e tra le istituzioni scolastiche in proporzione alla dotazione organica dei docenti, considerando altresì, i fattori di complessità delle istituzioni scolastiche e delle aree soggette a maggiore rischio educativo, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Il dirigente scolastico, sulla base dei criteri individuati dal comitato per la valutazione dei docenti, istituito ai sensi dell’articolo 11 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come sostituito dal presente articolo, assegna annualmente al personale docente una somma del fondo di cui al comma 125 sulla base di motivata valutazione ”.
La scelta dei destinatari di questi premi sarà dunque devoluta ad un Comitato di valutazione. Il Comitato di Valutazione che verrà istituito presso ogni istituzione scolastica ed educativa, resterà in carica per tre anni e sarà presieduto dal dirigente scolastico e formato da tre docenti dell’istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto; da due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; da un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto; nonché da un componente esterno individuato dall’Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici. Il comitato individuerà i criteri per la valorizzazione dei docenti tenendo in considerazione la qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti; i risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche; le responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale. Il comitato esprimerà il proprio parere sul superamento del periodo di formazione e di prova per il personale docente ed educativo e valuterà anche il servizio di cui all’articolo 448 del TU della scuola su richiesta dell’interessato, previa relazione del dirigente scolastico, esercitando altresì le competenze per la riabilitazione del personale docente, di cui all’articolo 501 TU Scuola.
Questo nuovo organo avrà dunque un ruolo determinate per il superamento del periodo di prova e formazione previsto per il personale docente ed educativo, anche alla luce della circostanza evidentemente non trascurabile che, in caso di valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, il docente dovrà essere sottoposto ad un secondo periodo di formazione e prova, non rinnovabile.
È comunque previsto che, al termine del triennio 2016-2018, gli Uffici scolastici regionali dovranno inviare al MIUR una relazione sui criteri adottati dalle istituzioni scolastiche per il riconoscimento del merito dei docenti di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 e sulla base delle relazioni ricevute, un apposito Comitato tecnico scientifico nominato dal Ministro, previo confronto con le parti sociali e le rappresentanze professionali, predisporrà le linee guida per la valutazione del merito dei docenti a livello nazionale.
3- Carta elettronica del docente.
Ogni insegnante sarà dotato di una “Carta elettronica del docente” con 500 euro all’anno da spendere per la formazione che diventerà strutturale, continua e obbligatoria, con priorità “assegnata” alle conoscenza delle lingue e allo sviluppo di una didattica innovativa e digitale. Il ministero avvierà anche un Piano di formazione nazionale triennale.
Per migliorare le competenze digitali degli alunni e del personale e per incentivare la didattica laboratoriale, il ministero ha inoltre adottato il Piano nazionale per la scuola digitale e l’estensione della banda ultralarga negli istituti, con la creazione di un portale unico dei dati della scuola che conterrà anche i curricula degli insegnanti.
3 – Il preside
Il ruolo del dirigente scolastico ridisegnato dalla riforma diventa centrale. Lo stesso dovrà garantire una efficace ed efficiente gestione della scuola; valutare i neo immessi in ruolo, sentito il Comitato di valutazione; premiare i docenti migliori sulla base criteri individuati dal Comitato di valutazione; individuare, di concerto con gli organi collegiali, i percorsi formativi e le iniziative per l’orientamento e la valorizzazione delle eccellenze.
Quando la riforma sarà effettiva, lo stesso dovrà occuparsi della chiamata diretta degli insegnanti, chiamata che avrà una durata triennale e che dovrà avvenire sulla base di due criteri determinati e specifici: conferimento degli incarichi con modalità che valorizzino il curriculum, le esperienze e le competenze professionali, anche attraverso lo svolgimento di colloqui; trasparenza e pubblicità degli incarichi conferiti e dei curricula dei docenti che saranno pubblicati sul sito internet della scuola. Il dirigente non potrà più chiamare nella sua scuola parenti o affini e in questo modo sparirà anche la figura del supplente che sarà sostituito dall’organico funzionale d’istituto o di reti di scuole, ossia con un numero di docenti utili a coprire gli insegnanti assenti e non potranno essere più chiamati in sostituzione coloro che hanno un’abilitazione diversa rispetto a quella della classe di concorso richiesta, se nell’ambito territoriale della scuola sono disponibili insegnanti abilitati proprio per quella classe di concorso.
Come appena accennato nasceranno le Reti di scuole, organismi che si occuperanno di pensioni, ricostruzioni di carriera, contributi.
4 – Potenziata l’offerta formativa e finanziaria
Escono rafforzati dalla Riforma l’insegnamento della musica, dell’arte, delle lingue, delle educazione motoria, con investimenti sostanziali anche per il settore digitale. A partire dalla scuola superiore gli alunni potranno inoltre scegliere insegnamenti “opzionali” a seconda delle proprie attitudini, con l’ulteriore obbligo per tutti gli studenti del triennio, e non solo per coloro che frequentino istituti tecnici e professionali, di svolgere alcune ore (ben 400) di stage presso aziende ed enti pubblici. Previsti, inoltre, piani educativi personalizzati per gli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali, a cui tutti i docenti dovranno partecipare.
5- Donazioni e detrazioni.
Tutti, comprese le persone giuridiche, potranno donare alle scuole fino a 100mila euro all’anno, con agevolazioni fiscali. Viene prevista anche una detrazione fiscale, fino a 400 euro all’anno, per le famiglie che manderanno i propri figli nelle scuole paritarie.
6 – Nove Deleghe.
Nel maxi-emendamento il governo si è riservato la delega sulle seguenti materie:
- Riordino delle disposizioni normative in materia di sistema nazionale di istruzione e formazione.;
- Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso ai ruoli di docente nella scuola secondaria, in modo da renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione;
- Promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità e ridefinizione del ruolo del personale di sostegno;
- Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale;
- Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni, al fine di garantire a tutti i bambini e le bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, nonché al fine di garantire la conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori;
- Garanzia dell’effettività del diritto allo studio su tutto il territorio nazionale, nel rispetto delle competenze delle regioni in materia, attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni;
- Promozione e diffusione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e della produzione culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici;
- Revisione, riordino e adeguamento della normativa in materia di istituzioni e iniziative scolastiche italiane all’estero;
- Adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti, nonché degli esami di stato, anche in raccordo con la normativa vigente in materia di certificazione delle competenze.
Angela Scalisi







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