Le stazioni, topico palcoscenico per i più commoventi distacchi e felici ritrovamenti, rappresentano contemporaneamente un non luogo, ovvero un punto di transito, di fugace passaggio. Fretta e distrazione contraddistinguono la maggior parte dei passanti viaggiatori, assorti e veloci.
In un giorno di ordinaria monotonia succede che qualcosa cattura inevitabilmente l’attenzione di pendolari, lavoratori o studenti dal passo spedito: si tratta di note, suoni.
Un innovativo progetto di street art nato sette anni fa dall’idea dell’artista inglese Luke Jerram che ha portato oltre 1.300 pianoforti ad essere inseriti negli angoli delle più grandi metropoli del mondo, da New York a Parigi, viene finalmente accolto in Italia. Grandi Stazioni ha installato pianoforti negli atri delle stazioni a Torino Porta Nuova, Milano Centrale, Venezia Santa Lucia, Firenze Santa Maria Novella e Roma Tiburtina.
La musica invade le stazioni e le colora di sfumature diverse a seconda della mano che, coraggiosamente, decide di dilettarsi con il piano. “Suonami, sono tuo!” recita il cartello sovrapposto sullo strumento, un invito allettante per chiunque voglia sedersi a suonare rendendo piacevole, per se e per gli altri, lo stato di perenne attesa di un qualsiasi treno. Dai Queen a Chopin il potere incantatore della musica non lascia indifferente nessuno, anzi, svolgendo un effetto benefico nell’ambiente sociale in cui viene emessa (scientificamente testato dalla musicoterapia), la melodia riempie quell’assordante scorrere del tempo scandito dal rumore dei passi e dalle ruote dei trolley.
Tra i tanti, lo street piano di Porta Nuova, dato lo straordinario quanto inaspettato successo, rimarrà perennemente nella stazione di Torino; come citato da La Stampa: «L’entusiasmo dei torinesi nel suonare ed accogliere il piano ha sorpreso anche noi – dicono da Grandi Stazioni –. L’abbiamo noleggiato per un anno, ma abbiamo deciso di non toglierlo più. È un esperimento che ha meravigliosamente funzionato».
Eleonora Mirabile






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