Non ce l’ha fatta Jules Bianchi, il 25 enne pilota francese della scuderia britannica Marussia. Entrato in coma il 5 ottobre 2014 in seguito al grave incidente che lo aveva coinvolto durante il Gran Premio del Giappone, Bianchi si è spento nella notte tra venerdì e sabato al Centro Ospedaliero Universitario di Nizza, a causa delle ferite riportate nell’impatto.
A dare la triste notizia è stata la famiglia attraverso una nota pubblicata sugli account ufficiali di Twitter e Facebook del pilota: “Con estrema tristezza i genitori di Jules Bianchi, Philippe e Christine, suo fratello Tom e sua sorella Mélanie, annunciano che Jules è spirato la scorsa notte al CHU di Nizza, a seguito dell’incidente del 5 Ottobre 2014 al circuito di Suzuka durante il Gran Premio di Formula 1. Jules ha combattuto fino alla fine, come ha sempre fatto, ma la sua battaglia è giunta al termine. Il dolore che proviamo è immenso e indescrivibile. Vogliamo ringraziare lo staff medico del CHU di Nizza che si è preso cura di lui con amore. Vogliamo ringraziare anche lo staff del Centro Medico Generale della prefettura di Mie in Giappone che ha soccorso Jules immediatamente dopo l’incidente, così come gli altri dottori che sono stati coinvolti nella sua cura negli ultimi mesi”.
Dal giorno dell’incidente, Bianchi non si era mai risvegliato: le sue condizioni erano state definite “gravi ma stabili”; nel corso dei mesi successivi però il pilota non aveva mostrato nessun segno di miglioramento.
Bianchi era uscito di pista a nove giri dal termine della gara e aveva urtato un mezzo di soccorso entrato poco prima per rimuovere la vettura del pilota Adrian Sutil. Secondo il rapporto di 396 pagine redatto dalla Fédération Internationale de l’Automobile (FIA) e diffuso a Dicembre, l’incidente è avvenuto perché il pilota francese stava andando troppo forte in un tratto di pista bagnato e prima del quale era stata sventolata la doppia bandiera gialla (che segnala un grave pericolo in corso e impone ai piloti di rallentare e di non effettuare sorpassi). Bianchi, a bordo della sua Marussia, si era scontrato a una velocità di 126 chilometri orari con il veicolo di soccorso che stava rimuovendo la macchina di Sutil.
L’ultimo pilota di Formula 1 a morire per le ferite riportate in un Gran Premio era stato Ayrton Senna, deceduto nel 1994 in seguito a un incidente avvenuto in gara sul circuito di Imola durante il Gran Premio di San Marino.
Aurora Circià







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