Un vero e proprio tesoro sommerso dalle acque del Canale di Sicilia è stato ritrovato ad una profondità di circa 40 metri dai ricercatori dell’IstitutoNazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste. Il blocco di pietra in questione ha una lunghezza di 12 metri e presenta dei caratteristici fori: uno attraversa una sua estremità, gli altri si riconoscono percorrendo con lo sguardo i suoi lati.
Dati e risultati sono stati raccolti dai geologi dell’OGS di Trieste coadiuvati dell’Università di Tel Aviv, dell’Arma dei Carabinieri e da un gruppo di sub professionisti della Global Underwater Explorers che hanno scandagliato ed esplorato i fondali tra Pantelleria e la Sicilia. La presenza di questo enorme monolite permette di accertare la presenza di antiche popolazioni risalenti a circa 9500 anni fa quando il livello delle acque del Mediterraneo era inferiore di 40 metri. È possibile anche affermare che questo sito archeologico è, tra quelli sommersi, uno dei più antichi mai ritrovati dell’età Mesolitica. Gli scienziati sono già concentrati nello studio della storia dell’insediamento umano di quei luoghi.
Le misurazioni raccolte attraverso la batimetria ad alta risoluzione, campionamenti vari e osservazioni fotografiche consentono, in un’operazione di confronto col livello del mare, di risalire il tempo fino al momento dell’abbandono del sito, da parte degli esseri umani che lo vivevano, che gli studiosi fissano intorno ai 9500 anni fa. Le ricerche iniziate nel 2009 continuano e sono pronte a svelare entusiasmanti reperti archeologici.
Paolo Licciardello
Fonte: la Repubblica







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