Le aspettative disattese: il caso Tsipras


Tsipras

Il partito Syriza, scisso al suo interno, è il motivo del grande terremoto greco: l’ennesimo. Il movimento dell’ormai ex premier  Alexis Tsipras, è pronto a fondare un nuovo partito, figlio del pensiero radicale, Unità popolare (Leiki Anotita) di cui non farà parte Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze.

Settembre, dietro l’angolo, porterà nuovamente alle urne il popolo ellenico, orfano delle grandi aspettative democratiche che avevano riposto nel giovane Alexis e carico della mole di impegno nei confronti dell’Europa.

«Se ci dovessero essere ritardi nell’attuazione del programma a causa delle nuove elezioni in Grecia, verrebbero ritardati anche i pagamenti». Ha riferito un portavoce del Ministero delle Finanze tedesco, in conferenza stampa a Berlino, rispondendo alla domanda sulla nuova situazione politica in Grecia, dopo le dimissioni di Alexis Tsipras.

È il quinto voto politico nel giro di poco più di un anno. Che sia la volta buona?

Secondo le dichiarazioni del premier riportate su Ansa, egli punta sulla sua reggente notorietà. Nonostante le dimissioni e la non uscita della Grecia dall’Unione Europa negli ultimi sondaggi oltre il 60% dei greci ne approva l’operato e malgrado  la mancata promessa sulla fine dell’austerità

«Andrò dal presidente della Repubblica a presentare le dimissioni. Il mandato che ho ricevuto il 25 gennaio ha fatto il corso. Ora il popolo sovrano deve decidere, voi dovete decidere se siamo riusciti a portare il paese su una strada positiva, voi dovete decidere se siamo in grado di portare il paese all’uscita dal memorandum, se abbiamo avuto coraggio (…) potremmo esser entrati nella fase finale di questa difficile situazione. Voi ci giudicherete così come giudicherete quelli che hanno proposto il ritorno alla dracma o che hanno continuato a servire il vecchio sistema. Io ho la coscienza a posto, in questi mesi ho combattuto per il mio popolo».  Ha dichiarato all’indomani delle dimissioni.

Metaforicamente l’austerità è un odierno Ipparco, incubatrice dei fermenti che portano alla svolta democratica, quella vera e non fittizia come in questo caso. Non ci resta che aspettare settembre per conoscere le nuove decisioni all’ombra della costa egea.

Alessia Aleo

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