Le macchinette che richiamano poker e slot machine, o altri “dispositivi a rulli”, presenti in sale giochi aperte anche ai minori, sono illegali e devono essere sequestrate. A comunicarlo l’Agenzia delle dogane e dei monopoli , che in una nota del 21 ottobre 2015, ha per l’appunto sottolineato la loro illegittimità, intervenendo sulla questione delle «ticket redemption», ossia degli apparecchi che garantiscono vincite in premi attraverso la raccolta di biglietti e non in denaro.
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli sottolinea che le norme in vigore in materia sono chiare e per questo puntualizza come non si possano ammettere né le macchinette poker né tutti gli altri dispositivi a rulli come quelli presenti nelle slot machine.
L’occasione è buona anche per divulgare qualche dato statistico; l’Agenzia puntualizza che negli ultimi 18 mesi sono stati sequestrati più di 1.200 apparecchi e 500 «totem» di questo genere. Nonostante ciò, secondo le stime degli addetti del settore, le macchinette installate in tutta Italia raggiungerebbero almeno quota 5-6 mila.
Il settore ha ovviamente risentito del blocco dell’iter “Decreto legislativo recante il riordino delle disposizioni in materia di giochi pubblici ai sensi dell’articolo 14 della Legge 11 marzo 2014 n. 23”,che avrebbe dovuto riordinare la materia. Lo stallo della riforma, anche se dalle ultime indiscrezioni qualcosa si sta di nuovo movendo, è dipesa dal disaccordo su due punti fondamentali della riforma, ossia rispettivamente sull’esplicita “riserva dello Stato” e sulla norma che prevede che regioni e comuni si astengano dall’ “introdurre misure o assumere azioni idonee a vanificare l’unitarietà del quadro regolatorio nazionale di fonte primaria in materia di giochi pubblici”. In pratica con l’esplicita riserva di legge, perderebbero di efficacia le normative regionali e comunali, normative che hanno imposto il rispetto delle distanze dai luoghi sensibili nell’installazione delle macchinette e nell’apertura di sale gioco e centri scommesse. Ai comuni, in pratica, verrebbe impedito di intervenire in tema di regolamentazione delle distanze, dell’orario di apertura e nell’applicazione di quelle misure di “arredo urbano tali da impedire totalmente la riconoscibilità dei punti di offerta di gioco”.
Non rimane, dunque, che attendere le modifiche che verranno apportate al decreto tecnico con la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, non dimenticando che il tutto dovrà poi passare sotto il vaglio della Commissione Europea. Un iter non del tutto semplice insomma.
Angela Scalisi







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