A Siracusa riapre l’Anfiteatro Romano dopo i lavori di restauro inseriti nel programma operativo interregionale “Attrattori culturali naturali e turismo” (FERS) 2007/2013.
Il risultato è stato un percorso di circa un chilometro, dotato di illuminazione, che permette anche ai diversamente abili di osservare l’Anfiteatro da diverse prospettive.
Un posto, il parco archeologico della Neapolis-Siracusa, che racchiude in sé secoli di tradizione, cultura, usanze.
Un viaggio nel passato quando il Teatro Greco, il solo con i sedili scavati in un unico enorme blocco di pietra, rappresentava il luogo simbolo della cultura e della vita civile e religiosa della città.
Una domanda che viene da porsi quando ci si sente circondati dal teatro è:
“come facevano gli attori (solo uomini) a farsi sentire dal pubblico?”.
Niente amplificatori del suono, e d’altronde non erano necessari. Gli attori portavano una maschera che serviva per creare un’eco e delle anfore erano utilizzate per amplificare il suono. Gli spettacoli inoltre si tenevano solo quando c’era la brezza marina che permetteva al suono di propagarsi verso gli spettatori e rimanere rinchiuso tra il palco e il muro che circondava il teatro. Per questo motivo tutti i teatri venivano costruiti vicino al mare, che oggi sembra lontano dal teatro ma una volta vi era vicinissimo.
Oggi grazie all’INDA (Istituto Nazionale di Dramma Antico) il teatro è ancora vivo, dal 1914 l’istituto ha ridato vita al dramma antico restituendolo allo spazio in cui è nato.
In età tardo imperiale il teatro venne adibito a palcoscenico per i giochi acquatici (colymbetra) con la costruzione di una vasca.
Risalente invece alla prima età imperiale romana è l’Anfiteatro, costruito a pochi metri di distanza dal teatro, che serviva agli spettacoli in voga a Roma, quelli dei gladiatori. “Anfi” è una parola che deriva dal greco e significa “doppio” infatti l’anfiteatro è un doppio teatro perché è chiuso e non a mezza luna come il teatro greco. Questo anfiteatro è 140 metri di lunghezza e 119 di larghezza, misure di poco inferiori a quelle dell’Arena di Verona ed è considerato il più grande della Sicilia.
All’interno del parco archeologico si trovano anche: la Chiesa di San Nicolò ai Cordari, l’Ara di Ierone II, la Latomia di del Paradiso con l’Orecchio di Dionisio e la Grotta dei Cordari, le Latomie dell’Intagliatella e di Santa Venera, la Necropoli Grotticelle e la cosiddetta Tomba di Archimede.
Pochi luoghi riescono a rievocare attimi del passato, momenti lontani che però hanno lasciato le loro impronte nel nostro terreno, luoghi sacri, ricchi di sapere e il parco archeologico di Siracusa, che racchiude tutte queste testimonianze storiche al suo interno, è uno di questi posti magici.
Laura Ciancio








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