Come ogni settimana adempio al mio dovere di giornalista scrivendo quella che reputo la notizia più importante, più interessante o semplicemente più curiosa.
Oggi non ho avuto necessità di fare una scrematura, non ho avuto nessuna incertezza poiché il mio pensiero fisso, come quello della maggior parte dei lettori o di chi si trova dall’altra parte del mondo, é rivolto agli attentati di Pargi. Sono 127 i morti, 200 i feriti, non quantificabile la paura, 8 i terroristi, 3 i giorni di lutto nazionale.
La Francia é stata aggredita in modo violento, Hollande sentenzia che la sua nazione sarà spietata contro le barbarie dell’ ISIS. I cittadini, in questo momento, sono barricati in casa e, nonostante l’inno francese cantato durante l’evacuazione allo stadio, metafora di identità nazionale e di risposta all’odio, l’orrore e il timore non esulano dai confini francesi.
Il fine settimana fatto di musica, di sport e di cibo, peculiarità che accomunano non solo i cugini francesi ma anche noi. Potevamo essere noi in quello stadio, a quel concerto in quel ristorante dopo una fitta settimana di lavoro, desiderosi di divertirci, rilassarci con gli amici e con le persone che amiamo. É empatia. Lungi dai commenti superficiali di chi si proclama in guerra o specula sui “topic” social solo per avere Likes, questo momento deve essere un puro istante di riflessione, di vicinanza e di monito.
Alessia Aleo







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