La casualità di una scelta‏


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Come pensare con chiarezza? Come prendere una giusta decisone? Impossibile trovare riferimenti, soluzioni, aiuti…sconsigliabile affidarsi al web! Qualunque sia la scelta presa ci chiederemo sempre se l’alternativa scartata non era invece la strada da percorrere. Bene! Questo vale per le scelte pensate, sofferte, studiate, dissertate. 

Ma esistono anche certe situazioni imprevedibili dove non si può decidere in base alle esperienze passate, bisogna insomma convertire il cervello alla “modalità casuale”. Di solito le esperienze passate sono utili, ma quando il livello di incertezza è molto alto possono diventare fuorvianti e quindi affidarsi al caso è la cosa migliore.
Quando ci troviamo davanti a qualcosa che non ci è familiare, possiamo essere fuorviati dall’esperienza, anche perché la filtriamo attraverso vari pregiudizi irrazionali, categorie mentali, stereotipi…idee padrone della nostra mente. Diamo per scontato che le decisioni migliori nascano da un’analisi empirica e da una scelta informata.
Pensiamo però all’Antica Grecia, alla tradizione di affidare alcune cariche pubbliche a persone estratte a sorte. La casualità, in questo caso, purificava un processo che poteva essere inquinato dalla corruzione.

La casualità potrebbe essere utile anche nella vita quotidiana. Per le piccole decisioni è un risparmio di tempo.Per quelle più grandi, è un modo di ammettere che non siamo in grado di prevedere le complesse conseguenze di una scelta. 

Siamo realistici: per le decisioni più importanti affidarsi al caso è assurdo. Ma provare ad aumentare il quoziente di casualità per le scelte marginali, soprattutto quando il livello di incertezza è alto, potrebbe essere vantaggioso. 

Giusi Lo Bianco

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