Cosa ci ha insegnato il 2015?


 

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Mentre i social network esondano di buoni propositi e bilanci di quest’anno che si sta per concludere, l’immaginario collettivo dovrebbe soffermarsi sulla necessità di cambiare le proprie prospettive oniriche.

Il 2015 passerà alla storia come l’anno del terrorismo e della paura.

Un elenco di visi, storie e vittime.

 

In Nigeria,  il gurppo Boko Haram distrugge i villaggi e provoca una strage di 2000 civili. La Francia viene colpita al cuore tre volte, a gennaio e a Novembre, sono 200 le vittime. L’ISIS distrugge i siti archeologici di Nimrud, Hatra e Dur Šarrukin in Iraq e si allea con il gruppo terroristico Boko Haram e non cessa di declamare proclami verso gli “infedeli”. È in marzo che il Museo Nazionale del Bardo di Tunisi viene attaccato. A Kobane muoiono 233 civili.  In un resort a Susa, in Tunisia, ha luogo un altro attentato terroristico, che causa 37 vittime. Un camion bomba esplode all’interno di un mercato di Baghdad, in Iraq, attentato rivendicato dall’ISIS che provoca 67 morti e 150 feriti. La marcia della pace ad Ankara, diventa una tragedia: un terrorista suicida uccide oltre 100 persone e ne ferisce 400. Il volo della compagnia  russa MetroJet viene abbattuto dai fondamentalisti, 224 persone morte sul cielo di Sharm el-Sheikh. In novembre Beirut piange 50 vittime.

Cosa ci ha insegnato quest’anno? Il 2015 ci ha educato a capire che la differenza non deve far paura, ma dev’essere intesa come valore aggiunto. Quest’anno ci ha fatto capire che non dobbiamo vivere nel terrore, ma che dobbiamo vivere e continuare con le nostre abitudini. Andare a teatro, al cinema, ad un concerto, prendere un aereo non devono divenire eventi più unici che rari. Apprezzare il piacere delle piccole cose, che a noi sembrano “normali” e alle quali siamo abituati, ed invece altrove sono ancora libertà da conquistare, dev’essere un modus vivendi. Ce lo insegnano le vittime del mare.

Obliamo fin troppo spesso il pregio di vivere in un continente multiculturale e libero.

Siamo liberi dai pregiudizi (forse); siamo liberi di agire come meglio riteniamo opportuno; siamo liberi di professare o non professare una religione; siamo liberi di amare chi vogliamo.

Ogni libertà è stata bramata e conquistata.

Noi siamo la generazione che ha raggiunto la libertà nel senso positivo di realizzazione del proprio essere: cioè di espressione delle sue potenzialità intellettuali, emotive e sensuali. La libertà è la nostra potenza.

Il nostro augurio per il 2016, semplice e mai fuori moda, è che si possa vivere, non solo filosoficamente, un rapporto tra l’uomo e il mondo all’insegna della libertà, della pace e dell’amore.

Alessia Aleo

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