Alcuni studi che hanno comparato popolazioni residenti in diverse aree geografiche attribuiscono all’inquinamento la causa dello sviluppo di malattie respiratorie.
L’uomo moderno, adulto o bambino, è esposto a più di 15000 eventi chimici sintetici, quasi tutti sintetizzati negli ultimi 50 anni.
Le statistiche dell’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno correlato i fattori Ambientali a malattie come diarrea, infezioni respiratorie, asma, malattie cardiovascolari, disturbi dello sviluppo del sistema nervoso, cancro.
In tutto il mondo si potrebbero evitare 13 milioni di morti l’anno se si riducessero i rischi ambientali.
In Italia il 14% delle malattie sono dovute a fattori ambientali che causano 91.000 morti l’anno di cui 8.400 a causa di inquinamento atmosferico.
Le malattie allergiche ad esempio sono più frequenti in luoghi in cui è maggiore l’inquinamento automobilistico, perché il traffico autoveicolare è responsabile del rilascio di diversi inquinanti ed in special modo del biossido di azoto (NO2) e dell’ozono (O3). Invece i disturbi delle vie aeree, che causano asma e iperattività bronchiale, sono frequenti nelle aree con alto tasso di industrializzazione a causa del rilascio nell’aria, da parte delle grandi industrie, di elementi come il biossido di zolfo (SO2) ed altre particelle che alterano le diverse concentrazioni degli elementi presenti nell’aria.
I soggetti maggiormente esposti a rischio malattie sono i bambini a causa di diversi fattori.
Primo tra tutti il fatto che nel soggetto in età pediatrica la ventilazione è proporzionalmente maggiore rispetto all’adulto perché i bambini respirano più aria degli adulti rispetto alla superficie corporea (circa il doppio). Inoltre l’aria che respirano è di peggiore qualità in quanto più vicina al suolo e quindi con un quantitativo maggiore di polveri fini dovute alla combustione dei carburanti.
I bambini assorbono sostanze dannose già nella fase di gestazione e dopo attraverso l’allattamento materno. Molto dannoso il contatto con il fumo, questo durante la gravidanza (sia passivo che non) porta nei neonati problemi respiratori, riduce la funzionalità polmonare ed è causa di basso peso alla nascita, fattore molto pericoloso.
Nei primi mesi di vita i bambini imparano a conoscere il mondo attraverso la bocca ed il frequente contatto con il pavimento li porta ad ingerire materie tossiche provenienti dal suolo anche attraverso l’ingestione inconsapevole di terra, infatti analizzando le feci dei bambini gli studiosi hanno spesso riscontrato la presenza di alluminio, bario, titanio ecc.
Maggiori sono i rischi anche per chi pratica attività fisica all’aria aperta, da evitare in città molto inquinate. Frosinone è la prima nella classifica di Legambiente seguita da Milano, Torino, Brescia e Monza, che oltrepassano il limite fissato a livello europeo di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria di polveri sottili. Considerando il limite europeo di 10 microgrammi per metro cubo escono fuori dai parametri anche Venezia, Roma, Firenze, Napoli, Bologna e Cagliari. Per non parlare degli scorsi mesi in cui la grande metropoliti di Milano
ha superato di gran lunga i livelli consentiti dall’Ue.
L’Italia purtroppo è il paese europeo con più morti premature causate dall’inquinamento dell’aria.
Esistono già delle normative vigenti in ambito europeo per cercare di limitare l’inquinamento atmosferico ma non bastano ed è anche compito e responsabilità dei cittadini cercare di inquinare il meno possibile e se non si ha la volontà di farlo per il futuro del nostro pianeta che si faccia per salvaguardarsi la vita.
Laura Ciancio
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