Gli elementi aumentano e i libri di chimica cambiano o, perlomeno, cambia quell’utilissima pagina, posta di solito sul retro della copertina, dove veniva riprodotta la tavola periodica degli elementi. Sono 4 gli elementi scoperti in laboratorio ma soprattutto confermati anche dello Iupac (Unione internazionale di chimica pura e applicata), con precisione il 113, 115, 117 e 118. I ricercatori e le loro “botteghe” chimiche provengono da diverse parti del mondo: Giappone, Stati Uniti e Russia, formando grandi gruppi di studio dedicati all’osservazione di questi pesanti elementi.
A completare definitivamente la settima riga della tavola periodica sono degli elementi ancora privi di nome, l’onere ed il piacere di affibbiare la denominazione spetta ai ricercatori protagonisti della scoperta, le regole da seguire sono semplici basta tener conto delle caratteristiche chimico-fisiche dell’elemento o proporre un luogo, una personalità scientifica o, ancora, qualcosa riconducibile alla mitologia. Fino a quel momento per tutti saranno riconosciuti come: ununtrio (Uut 113), ununpentio (Uup 115), ununseptio (Uus 117) e ununoctio (Uuo 118).
Gli elementi scoperti in laboratorio vengono per tale motivo definiti anche artificiali, ma quali laboratori hanno osservato, seppur per frazioni infinitesimali di secondo, questi atomi? La scoperta del 113 proviene dal Nishina Center dell’Istituto Riken in Giappone (il nome Japonium è uno dei più papabili), primi asiatici in questa impresa. 115 e 117 sono figli della collaborazione tra l’istituto di ricerca nucleare di Dubna nella “madre” Russia, il laboratorio Nazionale Lawrence Livermore nello stato “padre” della California (USA) ed il “padrino” laboratorio Oak Ridge nel Tennessee (USA).
Il 118 invece è il frutto della sola collaborazione tra i due laboratori di Dubna e Lawrence Livermore.
Ci domandiamo adesso se gli studiosi sono concentrati più sui nomi di battesimo degli elementi prodotti o sugli elementi che formeranno l’ottava riga della nostra cara tavola periodica.
Paolo Licciardello






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