Ciao e Tu che “Barbie” sei? La rivoluzione di un mito


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L’immaginazione ha diverse forme e dimensioni. Siamo lieti di aggiungere 3 nuove silhouette alla nostra linea“.

Ed ecco la rivoluzione di un giocattolo, o forse è meglio dire di un modello che ha fatto storia. La rivoluzione di un fenomeno che ha accomunato le ragazzine di tutto il mondo da ben 60 anni. Quanto meno noi e le nostre madri abbiamo trovato in lei una delle “amiche” più amate, sempre alla moda con i suoi mille accessori. “Lei”, Barbie, la bionda sexy dagli occhi azzurri e dalla silhouette impeccabile, tanto amata da tutti e che ha fatto storia, OGGI cambia look e si adatta alla realtà.

La Mattel ha finalmente risposto alla critica mossa negli ultimi anni, ossia quella di fornire un modello deviante di bellezza alle bambine, integrandosi nella società con delle body shape decisamente più conformi ai canoni di bellezza reali. Dunque, nonostante, la stessa azienda abbia sempre sostenuto di offrire alle proprie piccole acquirenti un modello femminile positivo e moderno, dimostrato anche dalle varie versioni di Barbie disponibili, con professioni di ogni tipo, che rispecchiano l’ascesa sociale della donna nel mondo del lavoro, le nuove “curvy” (“formosa”), “petite” (“minuta”) e “tall” (“alta”) sono sicuramente destinate a fare storia.

Le nuove Barbie Fashionistas usciranno durante il corso del nuovo anno e alcune sono già disponibili per l’acquisto online. La nuova collezione conterà un totale di 33 Barbie ed oltre a 4 body shape diverse, le ragazzine potranno scegliere tra sette tonalità di pelle, ventidue colori degli occhi, ventiquattro acconciature e innumerevoli abiti e accessori.

Per Mattel si tratta, comunque, di un’importante opportunità di marketing che dovrebbe contribuire a rilanciare le vendite della bambola, negli ultimi anni soppiantata da un nuovo mercato del giocattolo, sicuramente sempre più tecnologico.

Ed ecco che tornare bambina per acquistare una bambola che mi rispecchi non mi dispiacerebbe. Vorrei comunque spezzare una lancia in favore della casa produttrice, perché in verità l’importante, almeno per me , non era rappresentarmi nella Barbie con cui giocavo. Era solo un modo di passare del tempo con le mie amiche e inventare storie che molte volte avevano dell’assurdo, ma era sempre e solo un gioco, un modo si stare insieme, in cui la fantasia faceva da padrone.

Ora ritrovando la mia collezione di ben 15 Barbie tutte bionde posso dire di non avere niente da recriminare sulla mia infanzia.

Sperò però di poter vedere le bambine giocare ancora con uno dei giocattoli più amati nella mia infanzia e magari sentire dire “E tu che barbie sei”?

Angela Scalisi

 

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