Unioni Civili: il maxiemendamento passa alla Camera


  

Una riforma tanto dibattuta che viene accolta tra contestazioni, dibattiti dai toni accesi, ma che comunque doveva essere affrontata nel bene o nel male. Tra il politicamente corretto e l’opinione pubblica divisa su uno dei temi più scottanti degli ultimi anni, tra l’ossequio ai propri precetti religiosi e alla propria fede interiore, tra quello che è moralmente corretto e socialmente dovuto, ecco che anche in Italia arriva si fanno passi avanti – o indietro – sulle “Unioni Civili”.

Senza volere entrare nel merito della questione, basti solo dire che il Senato, con 173 voti favorevoli 71 contrari e con il M5S che ha abbandonato l’aula, ha approvato la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del testo del ddl sulle Unioni civili. Tra le novità più significative:

PER LE COPPIE OMOSSESSUALI 

Le nuove coppie si costituiranno davanti all’ufficiale di Stato civile e l’atto verrà registrato in presenza di due testimoni. Le stesse potranno decidere di assumere uno dei cognomi o anteporne uno all’altro. Le stesse saranno tenute alla coabitazione fissando un indirizzo e una residenza comune. Saranno tenute all’assistenza morale e materiale, ma non alla fedeltà , ed “entrambe le parti sono tenute ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni”. Anche per tali unioni il regime ordinario è la comunione dei beni, a meno che le parti pattuiscano una diversa convenzione patrimoniale. Per quanto riguarda i temi della pensione, del TFR e i diritti successori, è stato previsto che la pensione di reversibilità e il Tfr maturato spettino al partner. In caso di morte al partner superstite allo stesso andrà la “legittima” e il restante agli eventuali figli.

Per quanto attiene all’eventuale scioglimento del rapporto, lo stesso seguirà le disposizioni della legge sul divorzio, ma senza che sia necessario il periodo di separazione come è ancora necessario per le coppie etero.

Infine, in merito al punto dolente della riforma, ossia le adozioni, si legge che “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti”, che dovrebbe consentire ai singoli Tribunali, per via giurisprudenziale, di concedere la stepchild adoption caso per caso. 

Per le coppie di fatto, le novità sono meno incisive: non è stata prevista né l’attribuzione di diritti successori né l’attribuzione di benefici economici come la pensione di reversibilità. I conviventi etero potranno sottoscrivere un contratto circa il regime patrimoniale e decidere se procedere con la comunione dei beni. Per quanto attiene alla abitazione, se uno dei due partner muore l’altro potrà essere intestatario del contratto di locazione o potrà continuare a vivere nella casa di proprietà del deceduto, per un periodo che va da due a cinque anni, a seconda della durata della convivenza. Al pari del matrimonio, invece, l’altro partner potrà essere inserito nelle graduatorie per le case popolari. I conviventi avranno gli stessi diritti dei coniugi nell’assistenza del partner in carcere e in ospedale e ciascun convivente “può designare l’altro quale suo rappresentante con poteri pieni o limitati in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, per le decisioni in materia di salute; e in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie”. In caso di cessazione della convivenza “il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall’altro convivente gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento e proporzionati alla durata della convivenza”. 

Si aspetta ora il passaggio alla Camera.

Angela Scalisi

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