Triangolo amoroso


  

La Sicilia è una terra meravigliosa, ricca di paesaggi incantevoli, architetture di ogni stile, colori che solamente la natura può offrire agli occhi degli spettatori. Cercando tra le quinte e studiando i retroscena, possiamo ammirare un palcoscenico attraente, maestoso e appariscente; possiamo svelare i misteri più sensuali del triangolo più bello d’Italia, che ci appare come un’orgia inaudita di colori, di profumi, di luci..una grande goduria insomma per chi ci si imbatte.Ma questa regione, capace di ospitare l’infinito, non possiede solo una suprema bellezza della materia, in Essa risiede anche una ricchezza interiore…

Quella ricchezza interiore che ha dato vita alla letteratura e alla poesia…
La letteratura italiana nasce in Sicilia. 

Era il 1230 e la scuola poetica siciliana, che sorse negli ambienti che gravitavano attorno all’imperatore e re di Sicilia Federico II di Svevia, produsse la prima lirica in volgare italiano. L’ambiente era di raffinata cultura, quindi propizio alla nascita della scuola stessa.

Nella corte di Federico II a Palermo, infatti, si raccolsero le figure più rappresentative dell’epoca e si svilupparono numerosi interessi culturali: venne dato un notevole impulso alle conoscenze tecnico-scientifiche e agli studi di magia, alla letteratura filosofica araba, alla letteratura greco-bizantina, alla poesia tedesca e alla poesia provenzale in lingua d’oc. Proprio da questa tradizione ebbe origine la “scuola siciliana”, come fu definita da Dante Alighieri nel “De volgari eloquentia”.

Dominante in assoluto nei poeti siciliani era la tematica d’amore, inteso come omaggio verso la donna amata, con la quale il poeta cercava di stabilire una comunicazione attraverso immagini e segnali che la sola innamorata sapeva cogliere. 
In Sicilia non è nata solo la letteratura.

Anche l’amore, quello “scritto”, quello “poetico”, quello “letterario” è nato in Sicilia. La parola “amore”, in letteratura, è stata usata per la prima volta proprio da un siciliano.

Costui fu Iacopo da Lentini (circa 1210 – circa 1260), riconosciuto da Dante (Purgatorio, canto XXIV) come fondatore della scuola siciliana e al quale è probabilmente attribuita l’invenzione del sonetto. Scrisse uno dei più cospicui canzonieri dell’epoca, composto da circa 30 poesie, in cui una consumata perizia retorica è al servizio di una fervida originalità inventiva. A lui si deve la prima definizione dell’amore nella letteratura italiana: “Amor è uno desio che ven da core / per abondanza di gran piacimento”. I temi più frequenti della sua lirica sono la contemplazione della bellezza, la creazione nel cuore di un’immagine della donna verso la quale si indirizza il suo amore e il dono di sé fatto dall’innamorato all’amata.
Ed è così che, dalla notte dei tempi, la Sicilia si dona al mondo.
 

 Giusi Lo Bianco

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