Confusione tra gli italiani per il Referendum Costituzionale



 

Tra poco più di una settimana saremo costretti moralmente ad andare a votare, dovremo prendere una decisione che cambierà o no la nostra storica Costituzione.

Cambiare è necessario, questo gli italiani lo sanno, ma se bisogna cambiare lo si deve fare per il meglio.

Chi è convinto per votare “Si” è in buona fede, ha le sue buone ragioni perché crede che in questo momento l’Italia non funzioni bene e che questa sia una buona occasione per cambiare le cose. Ma anche chi vota No vuole cambiare l’Italia perché non gli sta bene così, e non vota “no” per lasciare le cose come stanno ma per cambiarle nel modo giusto.

Le persone, i cittadini italiani vogliono tutti la stessa cosa dopotutto, senza capirlo stiamo tutti dalla stessa parte! Vogliamo tutti un Paese migliore, che funzioni bene, senza politici corrotti che fanno i propri interessi.

Sarebbe bello credere che questa riforma costituzionale migliori l’Italia ma purtroppo non sarà così. Per scegliere bene bisognerebbe leggere l’intera riforma con attenzione (disponibile attraverso link alla fine dell’articolo). I cittadini sono confusi, anche leggendo l’intera riforma, che non è chiara nemmeno dopo che la si legge, si affidano alle promesse, alla “certezza” di un cambiamento, perché qualcosa prima o poi si deve cambiare.

Ma allora se l’obiettivo della riforma era quello di ridurre i costi, semplificare la burocrazia, perché non è stata approvata la legge taglia-stipendi M5S che avrebbe fatto risparmiare agli italiani 87 milioni di euro senza toccare la Costituzione (30 milioni in più della ‘riforma’ Renzi)? E perché anziché semplificare il procedimento legislativo sembra così incomprensibilmente complicato?

Se leggete l’articolo 70 (pag. 9-10-11) potrete “capire” di cosa si parla e che questa riforma costituzionale introdurrà ben 10 iter legislativi diversi a seconda della materia. Andiamo incontro alla totale confusione. Inoltre il passato italiano ci dimostra chiaramente che quando “si vuole” far passare una legge in fretta la si fa passare senza problemi con tutto il bicameralismo.

Ma non è questo quello che preoccupa maggiormente, il problema è che noi cittadini avremo sempre meno potere, la riforma vuole accentrare il potere. C’è chi sostiene che sia meglio così perché le regioni non sono in grado di gestirsi autonomamente, ma invece di accentrare il potere non sarebbe meglio togliere chi ci ruba il denaro e non lavora come dovrebbe? La legge va modificata, va punito chi non fa il lavoro per cui è pagato, vanno ridotti gli stipendi di lusso dei politici, ma per fare questo non bisognava cambiare 47 articoli della Costituzione.

 

Con la nuova riforma si passa da 315 senatori elettivi a 95, più quelli eletti dal Presidente della Repubblica. Il nuovo Senato dovrebbe rappresentare le istituzioni territoriali ma non saremo più noi cittadini ad eleggerli a suffragio universale (articolo 58 pagina 5), bensì saranno eletti dai Consigli regionali tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori (articolo 57 pagina 4). Quindi i sindaci faranno un doppio lavoro, visto che fanno già bene il loro, e rappresenterebbero la regione. In pratica non potremo scegliere chi ci dovrebbe rappresentare territorialmente, non è corretto. Questo vuol dire chiaramente togliere potere ai cittadini. Se vi va bene allora votate “Si”.

 

Per fare un punto della situazione:

 

– Dobbiamo superare il bicameralismo paritario, ma non con una riforma costituzionale che lo rende ancora più complesso!

– Dobbiamo diminuire i costi della politica! Questa riforma ridurrà i costi del Senato solo di un quinto.

– Come cittadini vogliamo avere un paese democratico! E a questo proposito vi invito a leggere l’articolo 71 (pag. 12). In questo momento il popolo esercita l’iniziativa legislativa mediante proposta da parte di almeno cinquantamila elettori. Se passa la riforma i cinquantamila elettori non basteranno perché ce ne vorranno almeno centocinquantamila! Non vi sentite presi in giro? Questo è un passo verso la democrazia?

– Il Governo ha inviato a casa degli italiani residenti all’estero solo il manifesto del Si, vi sembra corretto?

– Viene abrogato l’articolo 99, ovvero il CNEL. Leggete (pagina 26-27) e vedete se c’era davvero bisogno di eliminare questo organo. Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è un organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie che gli competono ed è formato da esperti e rappresentanti delle categorie produttive e può contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale. È nato con uno scopo ben preciso e se non funziona come dovrebbe lo si deve a chi c’è dentro, non a quello che c’è scritto nella Costituzione!

– Chi dice “si” sostiene che la riforma chiarirà e semplificherà il rapporto tra Stato e Regioni. In realtà le regioni avranno dei poteri molto limitati. Quindi bisogna pensare che l’unica soluzione per far funzionare le regioni sia creare un accentramento di potere? Non sarebbe più giusto eliminare tutti quei politici che la regione non la fanno funzionare?

 

Gli italiani hanno bisogno di riforme chiare, comprensibili, semplici! Questa non lo è.

Per cambiare il sistema bisogna partire dal cambiare le persone e dopo in caso la Costituzione se è necessario. E soprattutto… per ridurre i costi della politica non bastava dimezzare tutti gli stipendi dei nostri grandi rappresentanti?

 

Di seguito il link del testo della riforma:

Fai clic per accedere a 14a30c_9dd527489fa24d648ca3b33c6913e1db.pdf

 

Laura Ciancio

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