Sei persone in ospedale a causa della caduta di materiale piroclastico
Giovedì 16 marzo l’Etna ha fatto un brutto scherzo a 10 dei suoi visitatori, 6 dei quali sono finiti in ospedale a causa della caduta del materiale piroclastico che li ha colpiti.
Fortunatamente nessuna delle persone vittime dell’incidente è in pericolo di vita.
Oltre le guide e gli escursionisti, tra gli sfortunati colpiti mentre si trovavano sul Belvedere a 2.700 metri di altitudine, c’erano anche Boris Behncke, uno dei vulcanologi dell’Ingv l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e la giornalista della Bbc Rebecca Morelle.
Secondo gli esperti l’esplosione di uno dei crateri del vulcano più alto d’Europa, che ha avvolto gli escursionisti tra cenere e lapilli, è stata causata dall’incontro tra la lava incandescente e la neve ghiacciata.
Il comune di Nicolosi aveva dato l’allarme e proibito alle persone di avventurarsi in escursioni senza le guide esperte. Il gruppo malcapitato, composto anche da tre turisti inglesi e tre francesi, è riuscito a mettersi in salvo grazie alle guide che conducevano il gruppo.
Non è da escludere che l’episodio possa ripetersi anche perché queste esplosioni, denominate freato-magmatiche, sono probabili in situazioni come quella in cui si trova l’Etna adesso: tra fuoco e ghiaccio.
Dall’Ingv il vulcanologo Marco Neri spiega che in questi casi la dinamica è simile a quella di una pentola con l’acqua bollente ed il coperchio chiuso: la neve si è sciolta, a causa del calore della lava, si è vaporizzata sotto la colata ed ha causato l’esplosione dei lapilli.
L’Etna resta sempre un vulcano attivo e, per quanto affascinanti possano essere le dinamiche di questo gigante lavico, esperti e turisti dovrebbero lasciare alle spalle l’eccessiva curiosità per salvaguardare la salute perché eventi del genere sono tanto attesi quanto imprevedibili.
Laura Ciancio







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