MA CONVIENE AVVIARE UNA START UP?


Il mercato del lavoro , si sa, è in forte contrazione per i giovani. Ma noi siamo italiani, nel nostro dna c’è la creatività, l’ingegno, l’arte, pertanto quando non c’è lavoro, sapete cosa     facciamo? Creiamo! E’ così che i nostri giovani, per inventarsi un lavoro hanno iniziato ad inventare ed a creare nuove soluzioni a tutti i problemi del mercato “consumeristico”,  soprattutto nel mondo digitale e della tecnologia! Essere geni, avere una soluzione ad un    problema, non vuol dire,però, essere imprenditori.

Oggi si sente parlare molto di start up innovative. Ma cosa sono? Sono delle imprese a tutti gli effetti, infatti si possono costituire sotto le forme societarie di s.p.a., s.r.l., s.a.p.a, soc. coop., pensate per incentivare l’imprenditoria giovanile, una sorta di alternativa per sopperire al buco nero del mercato del lavoro, facendo sì che i giovani facciano affidamento sulle proprie capacità intellettive  con idee, innovazione e creazione! Sebbene da un lato le start up possano apparire allettanti per via delle agevolazioni fiscali (infatti vengono esonerate dal pagamento dell’imposta di bollo, dei diritti di segreteria e di quelli  camerali annuali, inoltre non occorre il notaio), dall’altro canto risulta davvero complicato per un giovane laureato investire un capitale che magari non possiede o ancor peggio fare ricorso ai finanziamenti bancari. Difficilmente, infatti, le banche saranno disposte ad aiutare giovani talenti, seppure con un buon progetto, senza che questi assicurino garanzie reali, ovvero su beni ed immobili.

Per non parlare di  altri problemi che spesso deludono e avviliscono. Uno di certo è quello di dover fare i conti con un business model ben strutturato. Perché un’idea seppure utile ed originale , senza un piano ed una strategia di marketing , non può generare grossi ricavi. Altro problema è quello di dover proteggere la propria idea. Sebbene esistano leggi a tutela della proprietà intellettuale, spesso l’esperienza ci ha dimostrato che grandi colossi, come le  multinazionali, sono riuscite a raggirare l’ostacolo “rubando” letteralmente le invenzioni di giovani mal consigliati o che hanno agito senza le giuste cautele. Difatti non è con un  “disclaimer” ,ossia il modulo di dichiarazione di esclusione di responsabilità, o con il semplice brevetto (seppur necessario per  avviare una start up) che ci si tutela dal rischio di vedersi circuire l’idea.  Ricordiamoci inoltre che c’è una forte discrasia tra l’innovazione che viaggia ad alta velocità ed il nostro sistema burocratico, lento e cavilloso. Motivo per cui alcuni sartupper intuitivi, hanno lanciato le proprie invenzioni  in mercati stranieri e qualcuno  con grande successo!

Se dunque si ha una brillante idea ed innovativa e si pensa di volerla sfruttare per farne business, si deve puntare a creare un brand  ed individuare i reali potenziali clienti, evitando di far circolare troppo la propria “ricetta innovativa” e di buttarsi tra le braccia di avvocati incompetenti in materia di proprietà intellettuale. Competenze, brand, ricerca e segretezza sono stati gli ingredienti  di quello che oggi  possiamo definire un grande colosso : la Apple!

Valeria Barbagallo

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