Grazie allo strumento del tirocinio formativo, un progetto su due si trasforma in reale opportunità di lavoro per i giovani. Il tasso di inserimento dei tirocini attivati dai Consulenti del Lavoro delegati dalla Fondazione Lavoro ad un mese è del 43,1% (+11,8% rispetto Garanzia Giovani), a tre mesi raggiunge il 52,2% (+15,2%) e a sei mesi tocca il 60% (+19,1%). È quanto emerge da un’indagine dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro presentata durante l’8^ edizione del Festival del Lavoro di Torino

Torino, 29 settembre 2017 – Un tirocinio formativo su due, attivato dai Consulenti del Lavoro, si trasforma in un rapporto di lavoro vero e proprio entro tre mesi. Il tasso di inserimento lavorativo complessivo risulta essere, infatti, del 48,8%. Non solo. Più di un terzo dei tirocini conclusi (il 34,4%) si trasforma in un rapporto di lavoro presso lo stesso datore che ha ospitato il tirocinante. Se si confronta il tasso di inserimento fra i tirocini promossi dai Consulenti del Lavoro delegati della Fondazione Consulenti per il Lavoro, rispetto ai risultati dei tirocini di Garanzia Giovani si nota una migliore performance. Un tirocinante della Fondazione, già dopo un mese, trova occupazione nel 43,1% dei casi (+11,8% rispetto a Garanzia Giovani); a tre mesi il tasso di ricollocazione raggiunge il 52,2% (+15,2%) e a sei mesi tocca il 60% (+19,1%). È quanto emerge da un’indagine condotta dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro dal titolo “I tirocini di Fondazione Lavoro e l’inserimento occupazionale”, pubblicata in occasione dell’ottava edizione del Festival del Lavoro di Torino (28-30 settembre, Lingotto Fiere). La Fondazione Lavoro, tra i soggetti autorizzati dal Ministero del Lavoro ha promosso, tra le altre cose, il maggior numero di tirocini a livello nazionale: oltre 60.000.
Negli ultimi anni il tirocinio è stato, non solo in Italia, ma in tutta l’Unione europea, lo strumento privilegiato per l’accesso dei giovani al mercato del lavoro, attraverso il quale svolgere un periodo di formazione presso un’azienda, entrare in contatto diretto con il mondo del lavoro ed acquisire una specifica professionalità. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro per valorizzare l’attività di intermediazione, riconosciuta agli iscritti dalla legge Biagi del 2003, ha costituito la Fondazione Consulenti per il Lavoro che, dotata di autorizzazione ministeriale, opera come agenzia per il lavoro a tutti gli effetti. Negli ultimi 4 anni, i circa 1500 delegati della Fondazione Lavoro hanno creato più di 30.000 posti di lavoro utilizzando solamente lo strumento del tirocinio. Questo risultato è stato raggiunto grazie ad una scelta di fondo: puntare su tirocini di qualità, dotandosi anche di procedure e regole più stringenti rispetto alle previsioni normative, che hanno anticipato di fatto il contenuto delle linee guida approvate in Conferenza Stato-Regioni del maggio scorso ed ancora in corso di recepimento da parte delle legislazioni regionali. I tirocini della Fondazione valorizzano la professionalità, l’esperienza e la conoscenza del mercato del lavoro dei Consulenti del Lavoro; caratteristiche che vengono trasfuse nell’attivazione di tutti i percorsi formativi e di inserimento promossi dalla Fondazione e che nella maggior parte dei casi non beneficiano di alcun contributo pubblico.
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Il numero di tirocini attivati in Italia da tutti i soggetti autorizzati è cresciuto negli ultimi quattro anni. Si è passati da 204.941 tirocini extra curriculari attivati dal 2013 al 2016 ai 307.007 dello scorso anno. Il volume più alto di tirocini è stato registrato nel 2015 in concomitanza con il programma Garanzia Giovani promosso dal Ministero del Lavoro, che ha visto in questo strumento la principale misura di politica attiva con cui fronteggiare l’elevata disoccupazione giovanile ed in particolare il tasso di Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione. In questo scenario risulta in continua crescita anche il numero di tirocini promossi dalla Fondazione Lavoro: poco più di 9.500 tirocini attivati nel 2013 (9.668) ed oltre 22 mila nel 2016 (22.066).
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Sono complessivamente 25.637 i tirocini conclusi negli ultimi 4 anni che hanno prodotto una opportunità occupazionale entro tre mesi dal loro termine. Più di un terzo di questi (34%) ha generato un rapporto di lavoro in apprendistato, il 32,9% un contratto a termine, il 28% un contratto a tempo indeterminato. A riscuotere maggiore successo occupazionale i tirocini realizzati nel settore industriale (54,6%) e nelle aziende di servizi alle imprese (52,2%), mentre quelli nel settore turistico (41,5%) e nei servizi sociali e personali (43,2%) raggiungono livelli di inserimento occupazionale inferiori alla media di oltre 5 punti percentuali. Ogni cento tirocini con esito occupazione positivo, ben 62 generano un’opportunità lavorativa di tipo permanente (34 in apprendistato e 28 a tempo indeterminato). La rilevazione dell’Osservatorio mostra come la geografia delle province italiane risulti meno scontata rispetto a quanto siamo abituati ad osservare nei dati del mercato del lavoro: la differenza fra Nord e Sud del Paese è meno marcata laddove il tirocinio si trasforma in un posto di lavoro.
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La domanda di lavoro, molto differenziata tra il settentrione e il meridione, determina tassi di inserimento molto diversificati tra loro. Nelle regioni del Mezzogiorno, infatti, il livello d’occupazione post tirocinio è molto inferiore alla media nazionale. Se si osservano i tassi occupazionali per provincia, quella di Siena spicca fra tutte con un tasso pari al 71,4%, seguita dalle province di La Spezia, Biella e Pistoia con un tasso di inserimento maggiore al 60%. Nelle regioni del Sud, dove la domanda di lavoro alle dipendenze è minore, si supera il 20% in provincia di Isernia, il 23,5% in provincia di Crotone, 23,9% a Nuoro e 27,3% a Carbonia Iglesias. Per condurre questo studio l’Osservatorio ha analizzato gli esiti dei tirocini a sei mesi dal termine del periodo formativo, verificando il numero e la tipologia dei contratti attivati nel medesimo periodo ed i rapporti di lavoro attivati successivamente e con lo stesso datore di lavoro con il quale è stato effettuato lo stage. In questo modo è stata ricavata un’indicazione attendibile della capacità del tirocinio di favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Dunque, dei 52.483 tirocini conclusi negli ultimi 4 anni sono state analizzate le attivazioni di contratti subordinati o parasubordinati effettuate nei 180 giorni successivi. I dati disponibili al momento dell’analisi sono aggiornati al primo trimestre 2017.






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